ItaliaOggi, 13 febbraio 2019
Diritto & Rovescio
Sergio Segio era un terrorista sfrontato, gallonato e crudele. Capo della colonna milanese di Prima linea, guidò, il 29 gennaio 1979, l’agguato nel corso del quale venne assassinato il giudice Emilio Alessandrini. A capo del commando c’era anche Claudio Donat Cattin, figlio di Carlo, che era un potentissimo ministro della sinistra dc. Il magistrato milanese, ucciso come un capretto, aveva appena accompagnato il figlio all’asilo di via Colletta e stava recandosi, senza scorta, al Tribunale di Milano. Segio disse che lo aveva ucciso anche se sapeva che era una magistrato democratico, «ma questo non toglieva che fosse un magistrato». Segio poi se la cavò con soli 9 anni di carcere. Il figlio di Alessandrini, quando Segio fu messo in semilibertà, disse: «Non mi oppongo, credo nel recupero. Vorrei solo che tenesse un basso profilo». Da allora Segio gira come una trottola frenetica fra talk show, convegni, giornali. Continua a fare l’esibizionista. Stupisce solo che siano in tanti a consentirgli di farlo.