L’Economia, 11 febbraio 2019
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Biografia di Bill Gross
Se pensate che sia noioso parlare di reddito fisso e francobolli, non conoscete Bill Gross, il re dei bond e uno dei più illustri filatelici al mondo. Con uno spirito effervescente da rock star – lui stesso una volta si è definito un Justin Bieber settantenne – Gross per oltre 40 anni ha dominato il mercato obbligazionario globale. La settimana scorsa ha fatto notizia annunciando il suo ritiro dall’attività per dedicarsi alla famiglia e alla sua fondazione filantropica con cui ha già donato finora circa 800 milioni di dollari a varie istituzioni benefiche.
Eccentrico e genialeIl suo nome rimarrà nella storia della filatelia perché gli è dedicata la galleria di francobolli più grande al mondo, creata con una sua donazione di 8 milioni di dollari al Museo nazionale postale Smithsonian di Washington, DC. In finanza invece Gross sarà ricordato per aver dato vita al fondo obbligazionario più grande al mondo, il Pimco total return – 293 miliardi di dollari nell’aprile 2013 – con la sua società di gestione americana Pimco (Pacific investment management company), arrivata ad avere un patrimonio di 2 mila miliardi di dollari all’apice del suo successo. Fra le stravaganze di Gross, spiccano la sua adesione alla meditazione trascendentale e la sua pratica quotidiana dello yoga: stando a testa in giù a volte gli sono venute buone idee di investimento, ha raccontato. E poi il suo modo di portare le cravatte attorno al collo come sciarpe, con il colletto della camicia sbottonato. Ma soprattutto lo stile colorito con cui scriveva le sue newsletter mensili agli investitori di Pimco: lunghe tirate in cui, insieme al commento sui mercati finanziari internazionali e alle sue previsioni sull’andamento dei tassi di interesse, poteva citare fatti personalissimi come la morte del suo gatto Bob. Con l’effetto comunque di influenzare, con una sola battuta, l’andamento dei titoli del Tesoro e degli altri bond su tutte le piazze.
Gross ha fatto fortuna lontano da Wall Street, a Newport Beach in California, dove Pimco ha il quartier generale – con vista sull’Oceano Pacifico – e lui stesso ha casa. Ma era nato 74 anni fa nel Midwest americano, a Middletown, Ohio, da una famiglia modesta. Il padre Sewell lavorava per un’acciaieria e la mamma Shirley era casalinga: è lei che l’ha contagiato con la passione per i francobolli, comprati inizialmente per investimento, sperando di rivenderli e guadagnarci per finanziare gli studi universitari. La laurea Gross l’ha presa in Filosofia alla Duke university e poi, a 22 anni, con 200 dollari in tasca è andato a giocarseli a Las Vegas: dopo quatto mesi passati 16 ore al giorno al tavolo del blackjack, aveva guadagnato 10 mila dollari e imparato diverse cose utili per la sua futura carriera di gestore.
«Prima di tutto, se ti impegni lavorando tantissimo e con bravura matematica puoi battere il sistema – ha raccontato —. E poi devi diversificare i tuoi rischi, conoscerli se puoi e prepararti a reagire».
Nel 1966 Gross entra nella Marina militare e va a far la guerra in Vietnam fino al 1970. Tornato negli Usa, ha frequentato la scuola di business della University of California a Los Angeles, ottenendo l’Mba nel 1971. Il primo lavoro è stato come analista per gli investimenti del gruppo assicurativo Pacific mutual life, ma lo stesso anno Gross ha fondato la sua Pimco insieme agli amici Jim Muzzy e Bill Podlich.
La sua specialità: il reddito fisso ovvero i bond, i titoli obbligazionari emessi da stati e da aziende private o costruiti con varie tecniche di ingegneria finanziaria. Il suo fondo più famoso, il Pimco total return, Gross l’ha lanciato nel 1987: da allora fino a quando lui l’ha gestito (2014) ha reso il 7,8% annualizzato, meglio di tutti i concorrenti.
La previsioneGross era stato uno dei primi ad avvertire, nel 2005, che i titoli obbligazionari basati sui mutui immobiliari erano un problema che sarebbe prima o poi scoppiato. Così dopo la crisi finanziaria del 2008 e il crollo delle Borse molti investitori si erano affidati a Pimco e lo stesso Tesoro degli Stati Uniti si era rivolto a Gross per avere consigli su come uscire dalla crisi.
Ma non sempre il re dei bond è stato presciente o ha azzeccato le sue mosse. Nel maggio 2009, per esempio, mentre iniziava a Wall Street il rialzo più lungo dal 1945, Gross sconsigliava di investire in azioni. Nel 2011 ha scommesso contro i Treasury bond emessi dagli Usa, perdendo. Da allora hanno cominciato a peggiorare anche le sue relazioni di lavoro dentro Pimco, dove – raccontano gli insider – sono diventate sempre più frequenti le sue sfuriate e i suoi scontri con altri manager, compreso l’amministratore delegato Mohamed El-Erian, che se n’è andato nel 2014.
Anche Gross, infine, ha lasciato Pimco nel settembre dello stesso anno, passando a Janus, una società di gestione guidata dal suo ex collega Dick Weil. Salvo poi far causa a Pimco nel 2015 accusandola di averlo forzato ingiustamente ad andarsene. Janus ha sede a Denver in Colorando, ma Gross è rimasto a Newport Beach con una sola ossessione: battere i concorrenti di Pimco con il suo nuovo fondo, Global unconstrained bond fund. Non c’è riuscito. Negli ultimi tre anni il suo fondo ha reso solo lo 0,95% annualizzato contro il 2,54% del Pimco total return. L’anno scorso in particolare Gross ha sbagliato a scommettere contro i bund tedeschi e il suo patrimonio a fine 2018 era meno di 1 miliardo di dollari, la metà dell’anno prima e quasi tutto dovuto all’investimento personale dello stesso gestore (la ricchezza di Gross è stimata 1,5 miliardi di dollari da Forbes). A distrarre Gross dai bond ha contribuito anche l’acrimonioso divorzio dalla sua seconda moglie Sue, deciso nel 2017 dopo 32 anni di matrimonio con accuse reciproche tremende. Chissà quanto dei passati successi del Bond King sia dovuto al suo genio e quanto alla squadra di Pimco che lavorava per lui; e in che misura il suo ego abbia invece contribuito alla sua lunga caduta.