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 2019  febbraio 12 Martedì calendario

Lo scrittore con «parole alate»

Come sarà uno scrittore con «parole alate»? Bisognerebbe chiedere al Times, che ha definito Daniel Mendelsohn, l’autore del romanzo-capolavoro Un’Odissea(Einaudi), uno scrittore dalle «parole alate», definizione ripresa nella quarta di copertina del volume italiano. Dove campeggia un’altra frase-talismano, questa volta tratta niente meno che dall’Observer: «Un libro riuscito e coraggioso, che è la dimostrazione della validità del messaggio più imperituro (sic!) dell’Odissea, ovvero che l’intelligenza vale poco se non si allea con l’amore». L’infinita lotta per l’affermazione del libro, ripercorsa da Ambrogio Borsani ne La claque del libro (Neri Pozza), si avvale ultimamente anche di queste spuntatissime armi retoriche prese a prestito da autorevoli quotidiani stranieri. Il caso più spettacolare arriva in questi giorni in libreria con Salinger, la vera storia di un genio, biografia dell’autore del Giovane Holden scritta da Kenneth Slawenski (Newton Compton). E arriva con una sfilza imbarazzante di autorevolissime citazioni molto alate tratte da recensioni: «Sincero, empatico e preciso» (New York Times), «Sorprendente, ricca di spunti: una biografia letteraria impressionante» (USA Today), «Nessun altro autore riuscirebbe a eguagliare l’impresa di Slawenski» (Wall Street Journal), «Ricco di notizie inedite, è scritto in modo eccellente» (Times). Si fatica a capire se la critica letteraria sia concepita con l’ambizione di finire in una fascetta pubblicitaria o, peggio, se sia tanto banale da trasformarsi in slogan senza volerlo. Sorprendente, impressionante, eccellente… È impressionante e sorprendente come un marketing (o chi per esso) sensato possa sperare che questi aggettivi alati riescano a decidere il destino commerciale di un libro catturando il desiderio dell’acquirente e del lettore: a meno di non avere un lieve disprezzo della loro intelligenza (magari ritenendola pari alla propria). Il saggio-racconto di Ambrogio Borsani – che è scrittore, bibliofilo e pubblicitario —, dopo aver passato in rassegna i tanti modi di promozione del libro (dalla semplice lista di titoli affissa sui muri da Gutenberg alle diavolerie della Rete), si conclude con una certa sfiducia nella pubblicità editoriale: la passione per la lettura è un virus che solo la passione di insegnanti, familiari, amici riesce a trasmettere. Senza scoraggianti parole alate o messaggi troppo imperituri.