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 2019  febbraio 12 Martedì calendario

Sesso sul set? Arriva il consulente d’intimità

Li chiamano “consulenti di intimità”, e in epoca di #MeToo diventeranno forse più importanti degli avvocati. Se non altro per prevenire i problemi che emergono in ogni ramo dell’industria cinematografica riguardo ai rapporti intimi, sia a Hollywood che in Australia, paese di Serie A del cinema in quanto a talenti, studi e reti televisive. All’ordine del giorno i comportamenti sessuali corretti su set di film e serie, regolati con il metodo “Intimacy for the stage”.
Una volta gli attori si baciavano e facevano finta di fare l’amore di fronte alla cinepresa senza eccessivi complessi o contratti. Oggi ogni show che si rispetti dovrà avvalersi di un coordinatore di intimità, che comparirà persino nei titoli di coda.Fine di episodi come quello capitato all’attrice Samara Weaving che ha lasciato il set della serie Smilf perché il produttore non aveva richiesto un set chiuso durante una scena di sesso. In Australia l’attrice Eryn Jean Norvill è stata la prima ad accusare di cattiva condotta sessuale il premio Oscar Geoffrey Rush per averle toccato il seno in palcoscenico durante una rappresentazione di Re Lear nel 2015. Per non parlare delle accuse a Bernardo Bertolucci e Marlon Brando per aver costretto in maniera manipolatoria la 19enne Maria Schneider alla scena del burro, in Ultimo tango a Parigi senza nemmeno avvisarla.
Tutto questo non accadrà più. E l’industria spera di evitare d’ora in poi costose cause legali. Sia il Los Angeles Times che il New York Times hanno dedicato lunghi articoli su Hollywood e l’industria australiana. «Quando si girano scene di combattimento si chiama l’esperto», ricorda Adam Noble, professore dell’Università di Houston (Texas), creatore del metodo “Fisicità estrema sul palcoscenico” che insegna agli apprendisti attori come dare il loro consenso prima di recitare in scene di sesso. «Quando si tratta di sesso troppe volte gli attori vengono lasciati a decidere da soli come comportarsi, in pratica vengono lasciati a loro stessi».
«Per molto tempo certe scene sono finite in una sorta di buco nero», gli fa eco Alicia Rodis, consulente Hbo per serie di successo come The Deuce, in cui Maggie Gyllenhaall affronta in modo molto esplicito il mondo della prostituzione a New York negli anni 70. «A volte i registi intervengono e danno precise istruzioni, altre volte lasciano gli attori liberi di fare quel che vogliono».
E qui intervengono i “coordinatori di intimità": prendono da parte gli attori, studiano con loro la scena, li aiutano a evitare trabocchetti e imbarazzi che certi set possono comportare, capendo fino a che punto ci si possa spingere, oltre il quale la scena diventerebbe imbarazzante e spiacevole. Di fatto coreografando le scene di sesso con gli attori.
In questo Rodis è un’esperta, avendo lavorato come consulente nelle scene di violenza sessuale sulle donne dal 2006. Oggi addestra numerosi colleghi a prepararsi, appoggiandosi soprattutto su psicologi e terapisti, per aiutare gli attori ad affrontare scene potenzialmente spiacevoli.
«Per esempio un regista può chiedere che l’attore afferri il seno dell’attrice perché vuole creare un momento scioccante per il pubblico», spiega il professor Noble. «E allora io gli dico: ok, l’attrice non si sente a suo agio se le afferra il seno, però va bene se le tocca il sedere. Cerchiamo di raccontare la storia che vuoi tu, ma in un modo che tutti possano condividere senza imbarazzi e senza far passare il messaggio che un maschio può fare quello che vuole con la femmina».
A Sydney, in Australia, Ita O’Brien, 53 anni, coordinatrice che fa base a Londra, guida un workshop in cui attori e attrici si abbracciano e si toccano, le loro immagini riflesse in specchi a tutta parete. O’Brien, che ha lavorato per Hbo e Netflix, ha compilato una serie di regole per registi, produttori e attori chiamata “Intimità sul set”.
Le regole prevedono, ad esempio, la presenza di una terza persona alle prove, l’accordo sulle aree di contatto fisico e di nudità, l’obbligo di “cerotti” che nascondono le parti intime in modo che non si venga mai a diretto contatto con genitali nudi, coreografia completa di ogni scena sessuale e soprattutto l’accettazione espressa verbalmente da parte degli attori durante le prove degli atti sessuali che si stanno per mettere in scena. In America sta guadagnando terreno un’organizzazione non profit chiamata Intimacy Directors International, fondata nel 2016, di cui fanno parte la maggior parte dei coordinatori di intimità.
«Gli attori devono anche capire che le scene di sesso non fanno parte della loro vita, ma di quella del personaggio», dice Claire Warden, uno dei membri fondatori dell’organizzazione. «I registi all’inizio sono scettici», osserva, «alla fine sono loro a chiedere di rivedere ogni scena».