Il Sole 24 Ore, 12 febbraio 2019
Antibiotici, allarme per i batteri resistenti
L’Italia è sotto attacco dei superbugs, i batteri evoluti e resistenti agli antibiotici più comuni. Le stime sono allarmanti: ogni anno vengono colpite senza scampo quasi 11mila persone con un danno economico, da qui al 2050, stimato in 13 miliardi. Un triste primato quello dell’Italia, prima in Europa per contagi davanti a Grecia e Portogallo. Le proiezioni mondiali, secondo il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi, che ieri ne ha discusso a Roma con l’esperto dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Ranieri Guerra, sono ancora più inquietanti: nei prossimi 30 anni l’antibiotico-resistenza potrebbe causare in tutto il mondo 2,4 milioni di decessi con ripercussioni economiche più pesanti di quelle della crisi finanziaria del 2008-2009.
Oggi esistono oltre 700 farmaci antimicrobici, di cui più di 450 antibiotici. «E molto spesso – sottolinea Scaccabarozzi – vengono usati male o a sproposito. Nel corso degli anni alcuni scienziati hanno detto che sono anche troppi ma i dati ci dicono che non sono mai abbastanza». Ora si tenta di recuperare il tempo perduto: al momento vi sono 59 nuovi antibiotici in sperimentazione, di cui 17 per le infezioni più pericolose. A rendere più insidiosa la diffusione dei super batteri è, inoltre, l’uso smodato di farmaci negli allevamenti. Serve una prescrizione ma spesso le regole vengono aggirate per favorire una rapida crescita degli animali. «Eppure in Italia – spiega Guerra – le competenze in materie sanitaria e veterinaria sono riunite sotto un unico ombrello, quello del ministero della Salute. Servirebbe un serio piano di controlli».
Scaccabarozzi e Guerra non hanno dubbi: per salvare vite umane occorre rilanciare la vaccinazione. Ma non solo. Per Farmindustria è necessario anche promuovere la giornata europea degli antibiotici, sviluppare partnership pubblico-private nella ricerca e fare formazione in scuole e ospedali.