ItaliaOggi, 12 febbraio 2019
E-commerce cinese sfonda in Ue. Wish è un bazar gigantesco che si è affermato in fretta
Il mercato del commercio online è in crescita. In Francia, l’anno scorso ha registrato un +13,4%, arrrivando a 92,6 miliardi di euro di fatturato, secondo i dati 2018 della Federazione del commercio elettronico e della vendita a distanza (Fevad) riportati da Le Figaro. Gli ordini online sono stati 1,5 miliardi (+20,7% sul 2017); 60 euro l’ammontare medio delle transazioni nel 2018, in media 5 euro in meno rispetto all’anno precedente; 100 miliardi di euro la soglia simbolica di fatturato da raggiungere nel 2019 secondo il bilancio 2018 della Fevad ripreso da Le Figaro.Le grandi insegne sono riuscite a trasformarsi in distributori multicanale, guadagnando quote di mercato a spese di Amazon. Tuttavia, molte insegne hanno ignorato la crescita di altri player dell’e-commerce che connettono gli acquirenti francesi con i venditori cinesi: AliExpress (filiale della cinese Alibaba), il più conosciuto; JD.com (la cinese Tencent detiene il 20% del capitale e l’americana Walmart il 10%); Joom, piattaforma con sede a Riga, in Lettonia che ha i prezzi più bassi del mondo e vende prodotti che arrivano dalla Cina come per Wish, fra i 15 sititi top più visitati in Francia, secondo Le Figaro.
La crescita dei market place, siti che aggregano più venditori, è più rapida rispetto ad una tradizionale piattaforma di commercio online, e ad oggi questi market place rappresentano ormai il 30% dell’e-commerce francese, ha detto a Le Figaro, Marc Lolivier, delegato generale de la Fevad.
Wish ha avuto una crescita rapida ed è balzato all’11° posto della classifica dei siti, in termini di audience in Francia davanti a Darty e La Redoute, con oltre 10 milioni di utenti unici al mese. Con il suo logo che vede la W su un fondo blu, il sito è un super bazar che affascina soprattutto i giovani che qui trovano le cover degli smartphone a 3 euro, Tshirt decorate a 7 euro, bigiotteria senza tasse, Iva e dazi. Secondo Médiamétrie, il 69% delle vendite di Wish in Francia vengono effettuate con il telefonino, contro soltanto il 55% di Amazon.
Wish è l’emeblema di un nuovo modello basato sulla catena logistica globale che permette a un fabbricante cinese di consegnare direttamente agli acquirenti francesi, secondo quanto ha detto a Le Figaro, Edouard Natté presidente di Foxintelligence, esperto di e-commerce, che sostiene che Wish sia ormai il secondo operatore di e-commerce, per volumi, in Francia. E il fatto che gli articoli possano arrivare danneggiati non è un problema visti i costi bassissimi degli articoli. E ha dato vita ad un fenomeno virale denominato #WishShopping che recensisce la cattive sorprese all’apertura dei pacchi. Anche la sicurezza di queste merci pone dei dubbi, con la possibilità di giocattoli pericolosi, ma sono difficili da scoprire, nonostante l’attenzione della Commissione europea. C’è anche una questione fiscale, perchè questi colli non pagano Iva, ma una direttiva europea mira a cambiare questa regola nel 2021.
Fondata nel 2011 da un ex di Google, Peter Szulczewski, Wish ha sede a San Francisco ed è stata creata con una raccolta di fondi di un miliardo di dollari. Si è fatta conoscere sui social network prima di lanciare una campagna di pubblicità televisiva sugli schermi negli intervalli delle partite di Coppa del mondo di calcio.