ItaliaOggi, 12 febbraio 2019
La desalinizzazione è inquinante I residui nuocciono all’ambiente
L’Onu lancia l’allarme sulla gestione della salamoia chimica prodotta dai dissalatori. Ottenere acqua potabile dal mare è un procedimento inquinante che nuoce all’ambiente, secondo i risultati dello studio sulla desalinizzazione dell’acqua del mare commissionato dall’Istituto dell’acqua, dell’ambiente e della salute (Unu-Inweh), gruppo di studio delle Nazioni Unite con sede in Canada, e ripreso da Le Figaro. L’analisi ha evidenziato che i 15.906 impianti installati in 177 paesi producono in media un litro e mezzo di salamoia per un litro di acqua filtrata, resa potabile per la popolazione e l’industria. Il 50% in più rispetto alle previsioni iniziali. Il nuovo calcolo risulta da una migliore valutazione dei rendimenti degli impianti, secondo la tecnologia impiegata (operazione di filtraggio meccanico, elettrochimico o termico) i volumi trattati e la natura dell’acqua filtrata (oceano, mare o fiumi). La produzione di residui inquinanti è considerevole: 142 milioni di metri cubi al giorno, per 95,4 milioni di metri cubi di acqua potabile. Le salamoie eliminate riducono la quantità di ossigeno sciolto nell’acqua del mare. E questo può avere impatti econoligi profondi sulla catena alimentare, ha detto a Le Figaro, Edward Jones, ricercatore all’università di Wageningen (Paesi Bassi).Il filtraggio dell’acqua del mare continua a svilupparsi ad un ritmo rapido, nei paesi più ricchi, come l’Arabia Saudita, gli Emirati Arabi Uniti, il Kuwait, Cipro, Malta, Singapore. La produzione di acqua per desalinizzazione è quadruplicata dal 2000. E l’espansione continuerà. Risponde al sesto obiettivo di sviluppo sostenibili deciso dalle Nazioni Unite nel 2015 affinché la popolazione del mondo abbia accesso all’acqua potabile, specialmente nei paesi poveri. I quattro paesi del Golfo Persico (Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Kuwait e Qatar), che per primi hanno sviluppato impianti per desalinizzare con procedimenti termici, da soli producono il 50% della salamoia nel mondo. La percentuale sale fino al 70% se si tiene in conto dell’insieme dei siti del Medio Oriente e dell’Africa del Nord dove per ogni litro d’acqua potabile si producono 3 litri di salamoia.
A prescindere dal metodo di filtraggio dell’acqua, la gestione dell’inquinamento da parte degli impianti è una questione delicata. La salamoia chimica prodotta finisce in mare: il 50% a meno di un chilometro dalle coste e l’80% a meno di 10 chilometri, secondo quanto ha riportato Le Figaro, con un impatto diretto sull’ambiente marino. Intanto, è allo studio come rendere redditizia l’estrazione di metalli e minerali dalla salamoia e il suo utilizzo nell’acquacoltura e in agricoltura.