Il Messaggero, 11 febbraio 2019
Gli smartphone sono in calo
Quando le vendite di un prodotto crollano drasticamente, in genere i motivi sono due: o il prodotto non suscita più interesse oppure non ci sono acquirenti. Per il mercato degli smartphone, al netto del rallentamento dell’economia cinese, nessuna di queste due affermazioni è del tutto vera. Il meno 19% delle previsioni per 2019 fatte dagli analisti di Credit Suisse, è dovuto principalmente a una saturazione tecnologica (e non solo di mercato).
Da tempo i consumatori trovano sugli scaffali prodotti che si assomigliano: tutti uguali e tutti eccellenti. Ogni caratteristica tecnica è stata spinta al limite in una continua rincorsa dell’ottimo che, in alcuni casi, non interessa neppure a chi quel dispositivo lo mette in tasca. Così si moltiplica il numero delle fotocamere posteriori ma anche di quelle anteriori, cresce la quantità di memoria disponibile – Samsung sarebbe pronta ad annunciare 1 terabyte di storage per il suo S10 – e i display diventano sempre più grandi e borderless. Innovazioni che però il grande pubblico «non percepisce davvero come tali».
A spiegarlo è uno dei principali esperti di telefonia mobile nel nostro Paese, Antonio Monaco, giornalista che da oltre 25 anni si occupa di questo settore: «I veri responsabili di questo calo sono i top di gamma, le aziende hanno investito troppo in prodotti che non aggiungono davvero nulla di nuovo e quindi non solleticano l’immaginazione dei possibili acquirenti». Non è un caso se per un po’ di tempo la discussione attorno agli smartphone – che ricordiamo valgono circa 500 miliardi di dollari a livello mondiale – si è concentrata sulla presenza o meno del notch, la tacca tanto odiata da alcuni consumatori quanto amata da certi produttori, senza che abbia una funzione realmente significativa. «Perché dopo un anno dovrei cambiare uno smartphone che ho pagato circa mille euro, senza avere un vantaggio reale o una novità che sia davvero tale? Io non lo farei» chiude Monaco, che i più informati conosceranno con il suo nickname su Instagram: @Cinquetacche.
GLI AFFARI
Uno scenario quasi apocalittico considerando i volumi di affari in campo – basti pensare che per il solo primo trimestre del 2019, Apple prevede di perdere circa 9 miliardi di dollari di entrate – che però potrebbe essere sfatato di qui a pochi giorni. Infatti, dal 25 al 28 febbraio, come di consueto, va in scena la fiera più importante del settore: il Mobile World Congress di Barcellona. In Catalogna saranno presentati gli smartphone che domineranno il 2019: dal nuovo Nokia PureView 9 con 5 fotocamere all’Lg G8 ThinkQ con riconoscimento facciale 3D, dal già citato Samsung S10 (farà la sua apparizione qualche giorno prima della kermesse) fino ai vari Sony, Motorola, Xiaomi.
Tra questi faranno il loro ingresso sulla scena i foldable, dei dispositivi con lo schermo pieghevole. Un’innovazione su cui si stanno concentrando molti degli attori in gioco come Huawei, Samsung, LG, Oppo, Xiaomi e Motorola. «Potrebbero impattare in maniera significativa sul mercato – dice Monaco – Ammesso che riescano ad essere davvero utili. Sicuramente ora saranno molto costosi, ma con il tempo i prezzi si abbasseranno e questa tecnologia potrà aprire nuove porte». Il Mwc non vedrà solo l’esordio dei pieghevoli ma anche dei primi dispositivi che supportano il 5G, vale a dire la banda ultra-larga che è destinata a cambiare il nostro rapporto con la tecnologia sancendo la definitiva affermazione dell’Internet delle Cose (IoT). Tuttavia non è detto che il 5G possa portare benefici tanto immediati a produttori di smartphone e clienti normali, soprattutto perché siamo ancora in attesa della completa infrastrutturizzazione – peraltro con il rischio di ulteriori rallentamenti dovuti allo scontro tra Donald Trump e le aziende cinesi Huawei e Zte.
IL RECORD
Così, mentre la vita media di un dispositivo va allungandosi – di pari passo con le polemiche sull’obsolescenza programmata – altri attori cercano ritagliarsi una fetta più ampia di mercato. Si chiamano Trenddevice, Joojea, BackMarket e sono alcuni dei principali siti che si occupano di vendere smartphone rigenerati. Vale a dire prodotti usati che vengono ricondizionati e venduti a prezzi scontati rispetto a quelli originari. Nonostante la maggior parte di loro siano attivi in Italia da qualche tempo, nell’ultimo anno hanno visto una decisa impennata delle richieste. La startup BackMarket nel 2018 ha registrato un +106% sulle vendite degli smartphone rispetto all’anno precedente. Un aumento del giro d’affari che solo in Europa, si stima entro il 2020 varrà 10 miliardi di euro. Per questo si moltiplicano aziende e soluzioni. Refurbed ad esempio, è appena sbarcata sulla Penisola dopo aver macinato numeri da record in Austria, Germania e Polonia. Oltre a un risparmio del 40% offre 30 giorni di prova gratuita, un anno di garanzia e anche un minore impatto ambientale. Per ogni smartphone acquistato infatti, promette di piantare un albero. Questa si, è una vera novità.