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 2019  febbraio 10 Domenica calendario

Il ministro Bussetti dice di non essere antimeridionale. Intervista

«Per recuperare il gap delle scuole del Sud con quelle del Nord ci vuole l’impegno del Sud. Vi dovete impegnare forte. I fondi? No, impegno, lavoro e sacrificio». Quando il ministro dell’Istruzione leghista Marco Bussetti, in visita nelle scuole di Afragola e Caivano, risponde alle domande della cronista di Nano tv, lo fa con estrema tranquillità. Non può immaginare che quelle risposte buttate lì, mentre venerdì sta concludendo la trasferta in provincia di Napoli, possano scatenare la tempesta politica e mediatica che lo ha assalito ieri. Attaccato persino dai suoi collaboratori più stretti, a fine giornata Bussetti scrive su Facebook: «Ridicolo, video decontestualizzato, non sono ostile al Mezzogiorno». Ma ormai la polemica è in atto e il caso Bussetti diventa l’ennesimo terreno di scontro tra Lega e M5S. Al punto che persino il vicepremier Luigi Di Maio lo invita a scusarsi: «Venire in una delle aree più in difficoltà d’Italia a dire che per ridurre il gap nelle scuole del Sud “vi dovete impegnare di più” farebbe girare le scatole anche ad un asceta».

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A distanza di qualche ora, e dopo centinaia di messaggi, si è reso conto di aver commesso una «leggerezza». E a sua giustificazione il ministro Marco Bussetti spiega le circostanze della video intervista che lo ha messo nel mirino: «Mi stava addosso quella giornalista, insisteva, mi ha messo il microfono in bocca». Ma ammette: «Risentendola ho capito che sì, è vero, il tono era infastidito, ma più per la situazione che per quello che mi chiedeva. Non ce l’ho coi meridionali. È come la polemica sulla parità di genere: non la capisco, io non vedo uomini o donne, ma persone», giura. E porta prove a sua discolpa: «In casa ho i quadri di Sante Visco, di Vico Equense. Ho un capogabinetto calabrese, un capo segreteria e un capo dell’ufficio legislativo napoletani. Ora sto mangiando a Gallarate in una pizzeria gestita da napoletani. Ah! E poi le dico: qualche anno fa mi hanno insignito del premio di calabresità italiana». 
Ministro, però lei ha detto che al Sud serve più impegno. Professori e studenti sono meno volenterosi?
«Non l’ho detto e non lo penso. Io a Caivano e Afragola ho visto una scuola da Champions League. E questo risultato è stato raggiunto dalla comunità non grazie alle risorse economiche ma grazie all’impegno e al sacrificio della preside e di tutta la sua squadra». 
Le sue dichiarazioni hanno irritato i presidi: forse il ministro ignora, dicono, che in molte aree del Sud le scuole sono l’unico avamposto dello Stato. Lei lo sa? 
«Dove c’è una scuola c’è una comunità che funziona e che costruisce il suo futuro. Per questo, una tra le prime cose che ho voluto fare è stato andare a Palermo per portare un istituto di secondo grado nel quartiere Zen. Nessuno prima di me aveva pensato di farlo». 
Per il sindaco di Napoli, le sue parole evidenziano «disprezzo». È così? 
«Ho portato a Napoli la Scuola Superiore del Mezzogiorno, la prima del centrosud. Dopo 50 anni di attesa sarà finalmente realtà. Ci abbiamo investito 50 milioni. È disprezzo questo?». 
Se la prendono con lei anche i 5 Stelle, alleati di governo. Il suo viceministro e il suo sottosegretario la stanno smentendo? 
«Ho lavorato per aumentare il tempo pieno al Sud e messo in campo le risorse per avere 40.000 insegnanti di sostegno specializzati che servono soprattutto al Mezzogiorno. Lavoriamo per la scuola che è degli studenti, che sono sempre al centro del mio mandato. Ogni giorno». 
È l’ennesimo scontro politico Lega -5 Stelle?
L’artista e la pizza 
Ho quadri di Sante Visco, di Vico Equense. E ora 
a Gallarate sono in una pizzeria partenopea 
«Non credo. Ho fatto due giorni fa una riunione con i parlamentari di maggioranza delle competenti commissioni. Clima ottimo, pieno accordo sui dossier della scuola». 
Ha fatto arrabbiare anche i sindacati , che notano: il 40% degli insegnanti del Nord viene proprio dal Sud. Non sono tutti nullafacenti?
«Facendo il provveditore a Milano, ho conosciuto centinaia di docenti del Sud. Hanno fatto sacrifici enormi per fare il lavoro più bello del mondo, quello di docente. Li rispetto e li ammiro». 
Però deve ammettere che sembrava scettico. Voleva spronare i meridionali a rimboccarsi le maniche? 
«No. Voglio evitare che si parli sempre e solo di risorse. Ritengo che il problema della scuola, e in generale degli investimenti pubblici, sia più che un problema di risorse un tema di qualità della spesa. Lo sa che ci sono miliardi di euro di fondi europei che non vengono spesi? Oltre a quanto si spende vediamo come si spende. Ovunque. Al Nord come al Sud. E se vengono messi a sistema i frutti si vedono». 
Non tutti la criticano. La preside di Afragola ha speso parole bellissime per lei. Come l’ha conquistata? 
«Lei mi prendeva per mano. Io l’ho seguita. Ho parlato con il cuore». 
Come i meridionali, ecco.
«Noooo... (ride, ndr). Sono stato me stesso».