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 2019  febbraio 09 Sabato calendario

Il mondo non è mai stato così bene. Lo dice l’Onu

Siamo davvero «sperduti in un mondo senza morale», come scrive il filosofo postmoderno Zygmunt Bauman, morto nel 2017, nel saggio Di nuovo soli (Castelvecchi, 2018)? Attraversiamo un’epoca in cui peggiorano le condizioni di vita della maggior parte della popolazione mondiale, come affermano leader religiosi, politici e intellettuali di diverse tendenze? Aumentano gli episodi di terrorismo, guerre, omicidi e femminicidi come appare dai media? I dati ufficiali, consultabili sui siti web degli enti e delle agenzie istituite dall’Onu, pubblicati anche in forma divulgativa su siti come gapminder.org, humanprogress.org, ourworldindata.org e wdl.worldbank.org, nonché le ricerche dei laboratori accademici, ci danno risposte differenti: la salute del mondo migliora, con rare eccezioni, di cui la maggiore è il cambiamento climatico. 

In difesa dell’umanesimo
Anche libri recenti presentano queste ricerche controintuitive: Da Factfulness (Rizzoli, 2018) dello statistico Hans Rosling, a Illuminismo adesso. In difesa della ragione, della scienza, dell’umanesimo, da poco uscito per Mondadori: è l’ultimo lavoro di Steven Pinker dell’Università di Harvard, star internazionale della psicologia cognitiva, autore molto apprezzato da Bill Gates che considera questo libro il suo preferito. 
Pinker è un ammiratore dell’Illuminismo, movimento che ha fuso ragione, scienza e umanesimo e ha dato origine al maggiore progresso economico, morale e civile mai vissuto dall’umanità, dimostrato con dati ufficiali e ricerche accademiche: per esempio i morti per terremoti, frane, alluvioni, incendi e disastri naturali, apparentemente aumentati, sono in realtà dimezzati nell’ultimo secolo. Gli incidenti stradali e i morti sul lavoro sono diminuiti in modo drastico. La maggioranza della popolazione mondiale non vive più nei Paesi a basso livello di sviluppo, ma in quelli a medio livello di sviluppo, categoria ignorata nel dibattito quotidiano, che parla soltanto di Paesi ricchi e poveri, offrendo così un’immagine distorta della realtà. 
Se a 30 anni un maschio, nel mondo, ha passato dieci anni a scuola, una femmina, oggi, lo ha quasi raggiunto con nove. Gli omicidi di uomini e donne sono calati nel corso del tempo e hanno toccato livelli minimi da secoli e decenni. Il terrorismo in Occidente, con i suoi 175 morti nel 2015 (l’anno del Bataclan e di Charlie Hebdo), è vissuto con una paura irrazionale tanto è minima la probabilità di rimanerne vittime.
Molti dei miglioramenti sono conseguenza del fatto che l’Illuminismo ha capovolto il senso della vita, rifiutando la sofferenza di matrice cristiana e riattualizzando l’etica degli antichi filosofi greci, ossia il diritto di perseguire la propria felicità su questa Terra.

Ragione e metabolismo
Gli illuministi non erano ingenui adoratori della ragione: secondo lo psicologo di Harvard, molti di loro, come Spinoza, Hobbes, Adam Smith e in modo particolare Hume, si possono classificare come psicologi moderni perché consci delle passioni e dell’irrazionalità della nostra mente. Pinker stesso sa bene che la ragione è influenzata dal metabolismo, dagli istinti, dalle emozioni e dai sentimenti. Tuttavia, è proprio la ragione che ci permette di comprendere i suoi limiti e condizionamenti.
Oltre a ragione e scienza, gli illuministi ampliarono il concetto di umanesimo, base di una moralità secolare centrata sui diritti del singolo e non dei gruppi, creando le istituzioni, il bilanciamento dei poteri e una nuova etica che portò alla condanna della schiavitù, del dispotismo, della tortura e, progressivamente, delle pene capitali. 
Per Pinker, i primi nemici della ragione e dell’Illuminismo sono il tribalismo e il populismo: tendenze arcaiche che si formano nei gruppi che definisce progressofobici, diffusi in ogni ceto sociale e culturale. Rientrano in questa categoria anche coloro che pensano di vivere nel migliore dei mondi possibili, come Pangloss, il personaggio rappresentato e deriso da Voltaire nel suo Candide. Identificato spesso come il prototipo dell’ottimista, Pangloss è invece un grande pessimista perché nei fatti legittimava la sofferenza: nonostante gli evidenti progressi il mondo potrebbe essere di gran lunga migliore rispetto a quello attuale! Qualsiasi evento può accadere, positivo e negativo, per cui se l’ottimismo ingenuo non ha ragioni, il pessimismo non ha basi di realtà.
L’atteggiamento che Pinker consiglia è, invece, quello del «serio possibilista»: chi pensa che, con un grande sforzo economico e scientifico, si possano superare le grandi minacce attuali così com’è avvenuto per quelle precedenti, a partire dalle malattie che hanno sterminato intere popolazioni.

Una distorsione cognitiva
Se le ricerche accademiche e, soprattutto, quelle degli enti e agenzie delle Nazioni Unite hanno senso, chi evita di considerarle, come Bauman, rimane vittima della tipica distorsione cognitiva derivante dallo sviluppo dei media che hanno trasformato il mondo - di cui un tempo erano sconosciute le peggiori efferatezze - in un villaggio globale del quale conosciamo ogni brutalità nell’immediato. Le riflessioni del grande studioso della comunicazione Marshall McLuhan mostrano come gli eventi attivino l’identificazione empatica e non lascino spazio al ragionamento analitico, se sganciati da un approfondimento storico generale. 
Pinker, Rosling e gli altri autori risultano così più convincenti proprio perché, utilizzando le ricerche e non i media, impediscono al loro pensiero di essere offuscato dagli aspetti emotivi, come dovrebbe essere regola per ogni studioso.