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 2019  febbraio 09 Sabato calendario

La principessa candidata in Thailandia

Una principessa ribelle candidata alla poltrona di primo ministro. A due settimane dal voto che dovrebbe riportare la Thailandia a una parvenza di normalità democratica, un nuovo colpo di scena sconvolge Bangkok, già reduce da anni di elezioni ribaltate, sanguinosi scontri tra fazioni rivali e putsch dell’esercito. La 67enne Ubolratana Mahidol, sorella maggiore del re Maha Vajiralongkorn, ha annunciato che correrà per diventare premier. Una mossa che crea una spaccatura all’interno della casa regnante, per tradizione fuori dall’agone politico: il sovrano in persona è intervenuto per definirla «gravemente inopportuna» e «incostituzionale». E una sfida aperta alla giunta militare oggi al potere, il cui primo ministro, l’ex generale Prayuth Chan-ocha, è a sua volta candidato.
La principessa scende infatti in campo con Thai Raksa Chart, ultima incarnazione del partito del magnate televisivo Thaksin Shinawatra, il politico populista e, paradosso dei paradossi, anti-monarchico, nemico giurato dell’esercito. Nel 2006 i militari, che invece sono filo-realisti, rovesciarono il suo governo dopo una clamorosa vittoria elettorale, e nel 2014 hanno fatto lo stesso con quello della sorella, soffocando le proteste delle camicie rosse pro Thaksin. Il miliardario ora vive in esilio a Dubai, fuggito da accuse di corruzione che ha bollato come «politiche». Ripreso il controllo, tre anni fa la giunta miliare è riuscita a far approvare, silenziando ogni dibattito, una riforma della Costituzione che rende ancora più stringente il suo potere sul Paese, rafforza il ruolo del re e impedisce di fatto al partito di Shinawatra di ottenere la maggioranza. Forti di questa assicurazione, dopo molti rinvii i militari hanno indetto per il prossimo 24 marzo delle elezioni, con la ragionevole certezza di vincerle.
Certezza che ora è molto meno solida, visto il livello di popolarità di cui gode la principessa ribelle e le sacche di insofferenza verso i militari. Laureata in matematica e biochimica al prestigioso Mit di Boston, tre figli di cui uno scomparso nel tragico tsunami del Natale 2004, negli anni ‘80 Ubolratana Mahidol ha rinunciato alle sue prerogative dinastiche per sposare contro il volere della famiglia un americano. «Corro da privata cittadina», ha spiegato su Instagram, dove vanta un nutrito seguito e già si è diffuso l’hashtag #LongLiveSlender, riferimento a una battuta di uno dei film in cui di recente ha recitato. Resta il fatto che dopo il divorzio e il ritorno in patria, pur non recuperando il titolo di “altezza reale”, la principessa ha ripreso a partecipare alla vita di corte. E in un Paese che prevede punizioni molto dure per la lesa maestà, questo potrebbe condizionare non poco avversari e media in un finale di campagna elettorale che si annuncia infuocato. Nel suo messaggio, riportato a reti unificate, il re l’ha definita una «sfida alle tradizioni e alle cultura della nazione», citando il passaggio della Costituzione che sancisce la neutralità della monarchia. Una presa di posizione che secondo alcuni commentatori potrebbe spingere il comitato elettorale a escludere la sorella dalla corsa. Qualunque esito pare destinato a lasciare nuove ferite nella democrazia costituzionale thailandese, che in meno di 90 anni di vita ha conosciuto 12 colpi di Stato militari e venti nuove versioni della Carta fondamentale. Il legame della famiglia reale con i Shinawatra era noto. Il discusso Thaksin aveva indirizzato all’attuale re diverse donazioni, quando ancora era il principe ereditario. Ma se i rapporti con il sovrano si sono ufficialmente interrotti, quelli con la sorella sono proseguiti: lo scorso anno sono stati fotografati insieme ai Campionati del mondo di calcio in Russia. Dal suo esilio, il magnate 69enne ha sempre continuato a influenzare la politica del Paese, cercando finora senza successo di rimetterci piede. Pochi però si sarebbero aspettati di vedere un membro della famiglia reale schierarsi dalla sua parte. Tutto fuorché la normalità, per la fragile Thailandia.