Corriere della Sera, 9 febbraio 2019
L’ultrà dei gilet gialli: «Noi nella piattaforma Rousseau»
PARIGI «Dico bravo al signor Di Maio. La sua visita ha permesso di far muovere le istituzioni in Francia. Finora non eravamo riusciti a scuotere Macron, e finalmente con una sola azione la République ha tremato», dice il gilet giallo Christophe Chalençon, che per avere incontrato Di Maio ha provocato il richiamo dell’ambasciatore francese a Roma.
Cioè la «République» ha tremato perché lei e Di Maio vi siete visti a Montargis?
«Esattamente. Un cittadino italiano-europeo ha incontrato un cittadino francese-europeo. Per me Luigi Di Maio è come il generale Lafayette».
In che senso?
«Come Lafayette andò a portare aiuto ai cittadini americani che volevano sottrarsi al giogo degli inglesi, così Di Maio è venuto in Francia e ha rotto il protocollo, gli faccio i miei complimenti».
A Di Maio viene rimproverato di avere visto proprio lei, che aveva parlato di «guerra civile in Francia».
«Ma io non ho mai invocato la guerra civile, ho denunciato che c’era il rischio che ci arrivassimo, era una paura non una minaccia».
E la proposta di dare il potere al generale de Villiers?
Le divisioni tra di noi sui 5 Stelle?
Faremo una lista diversa dalla
Ric di Levavas-seur
«Mica sarebbe un colpo di Stato, Pierre de Villiers è un militare in pensione che ha servito sotto tutti i governi. Oggi la politica è talmente corrotta in Francia che ci vuole un uomo retto, di valore e di convinzioni come lui».
È vero che lei rappresenta l’ala dura dei gilet gialli?
«Per niente, mi colloco nel giusto mezzo. Mi classificano all’estrema destra perché ho una posizione molto chiara verso i musulmani: quelli che si riconoscono nella République, darei la vita per loro; gli integralisti invece mi troveranno sempre sul loro cammino. Con Di Maio abbiamo la stessa visione dell’immigrazione, bisogna smetterla di affamare i popoli africani con il franco CFA e invece permettere loro di svilupparsi in modo che non siano costretti a emigrare».
Il suo incontro con Di Maio e Di Battista ha fatto arrabbiare il governo francese ma pure la sua compagna di lotta e capolista dei gilet gialli alle europee, Ingrid Levavasseur, che si è dissociata e l’ha trattata da usurpatore. Cosa succede adesso? Lei è ancora il portavoce della lista RIC (Ralliement d’initiative citoyenne)?
«No, vista la reazione di Levavasseur, nella notte tra martedì e mercoledì mi sono dimesso. Ma noi gilet gialli che vogliamo allearci con il Movimento Cinque Stelle stiamo creando un grande movimento popolare che si presenterà alle europee. Lo annunceremo all’inizio della prossima settimana».
È per questo che ha incontrato Di Maio?
«Sì, perché a differenza di Levavasseur noi abbiamo accettato la sua offerta di metterci a disposizione la piattaforma Rousseau del Movimento Cinque Stelle, che ci permetterà di selezionare i candidati in modo molto democratico. E noi gli abbiamo parlato della nostra piattaforma Noos, per trattare l’insieme delle rivendicazioni che emanano dal popolo. È stato soprattutto uno scambio di tecnologie. Il nostro movimento in Francia corrisponderà al Movimento Cinque Stelle in Italia. Insieme trasformeremo l’Europa».