Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2019  febbraio 09 Sabato calendario

Presto in parlamento l’abolizione delle bocciature a scuola. La proposta proviene da Firenze e prevede corsi per materie e non classi, come in Finlandia

La nuova scuola. Con una proposta per eliminare le bocciature negli istituti superiori secondo il modello finlandese. Il progetto, che prevede una serie di corsi suddivisi per materie al posto delle classi tradizionali, arriva dal Gruppo di Firenze, un’organizzazione fondata nel 2005 che si occupa di problematiche della scuola. E presto verrà inviato ai gruppi parlamentari e alle commissioni cultura di Camera e Senato.
Il dibattito sull’abolizione delle bocciature, nel mondo scolastico e politico, dura da tempo. Anche Matteo Renzi, nella Buona scuola, aveva stabilito che il parere contrario alla bocciatura di un solo professore sarebbe stato sufficiente per l’ammissione del diretto interessato alla classe successiva. Il metodo suggerito dai docenti e dai presidi del Gruppo di Firenze, invece, si basa su un modello di scuola organizzata in corsi per materie, la maggior parte obbligatoria e altre a scelta. In questo modo, gli studenti non verrebbero più promossi da una classe all’altra, secondo l’attuale schema livellare, ma da un corso a quello successivo.
Di conseguenza non esisterebbe più la bocciatura intesa come ripetizione dell’anno, ma lezioni di riparazione nelle discipline in cui lo studente è carente. Con tanto di verifica finale. In caso di mancato superamento, e solo dopo il secondo tentativo, lo studente dovrebbe seguire di nuovo tutto il corso, avanzando però nelle altre materie. Per essere ammessi all’esame di maturità, invece, sarebbe necessaria la sufficienza in tutti i corsi.
«Alle superiori la ripetizione viene sempre più sentita come un sistema che non garantisce la serietà degli studi e di conseguenza una buona preparazione degli studenti», hanno sottolineato i responsabili del Gruppo Firenze. «Se a fine anno vengono abbonate più materie per evitare la bocciatura, percepita da molti docenti come un provvedimento draconiano, lo studente si porta dietro lacune non colmate. Se invece lo studente non viene promosso avrà la possibilità di colmare quelle lacune, ma al prezzo di ripetere anche le materie in cui aveva avuto risultati positivi, con il concreto rischio che prevalgano sfiducia e demotivazione».
La proposta, simile al sistema universitario, è stata pubblicata sul portale Gruppodifirenze.blogspot.com. E il dibattito, sempre tra scuola e politica, è già iniziato. «È una proposta molto convincente», ha detto al Corriere fiorentino l’ex senatore del Pd e docente di diritto del lavoro dell’Università di Milano, Pietro Ichino. La parlamentare dei dem, Rosa Maria Di Giorgi, ha suggerito a sua volta «un seminario nel quale approfondire pro e contro». Secondo il sociologo Renato Mannheimer, «eliminerebbe le lacune che lo studente si porta dietro, perché nessuno ha il coraggio di bocciarlo o di valutare seriamente il suo merito».
«Il nostro principale obiettivo», si legge sul sito del Gruppo di Firenze, «è la rivalutazione del merito, della responsabilità, del rispetto delle regole come cornice indispensabile per la vita della scuola».
Sarà il Parlamento, ora, a valutare il progetto dell’organizzazione fiorentina. Che non prevede bocciature.