8 febbraio 2019
In morte di Rosamunde Pilcher
Gabriele Santoro per Il Messaggero
«Non penso di poter scrivere un altro libro. Si percepisce il momento in cui posare la penna e odio la pubblicità fine a se stessa». Vent’anni fa, Rosamunde Pilcher si congedò dal mondo letterario con queste parole rilasciate al New York Times, che le chiedeva dei progetti dopo la pubblicazione dell’ultimo romanzo, Solstizio d’inverno, tradotto in Italia nel Duemila. Ieri il figlio, Robin Pilcher, ha dato l’annuncio della scomparsa scrittrice, 94 anni, alla stampa britannica: «Fino al periodo natalizio era in ottima forma, poi al principio del nuovo anno ha sofferto di bronchite, ma ci aspettavamo si riprendesse. Invece è stata colpita da un ictus e non ha più ripreso coscienza».
Rosamunde Pilcher, all’anagrafe Scott, nacque a Lelant, un piccolo villaggio sulla costa occidentale della Cornovaglia. È stata un’autrice, ma soprattutto una lettrice, precoce e longeva. Ha ricordato spesso la centralità della lettura durante l’infanzia e l’adolescenza. La case editrice Mills & Boon pubblicò il suo esordio all’età di diciannove anni. Al tramonto degli anni Quaranta si firmava Jane Fraser. Nel 1955 apparve il primo romanzo, A Secret to tell, con il nome anagrafico.
La svolta nella carriera della regina dei cosiddetti romanzi rosa è arrivata con il quattordicesimo titolo pubblicato nel 1987, I cercatori di conchiglie, ambientato a Londra e nella Cornovaglia natia. L’azione si svolge in un arco temporale che tocca la seconda Guerra Mondiale e gli anni Cinquanta.
Dopo la morte del padre, un pittore, scopre che le sue opere hanno un valore inatteso. La protagonista, madre di tre figli ormai adulti, rielabora i ricordi della propria gioventù con storie d’amore tormentate alla ricerca della propria indipendenza.Con questo romanzo Pilcher ha costruito la personale cifra stilistica, facendo appassionare milioni di persone alle saghe familiari ambientate in contesti paesaggistici suggestivi.
Il libro che, usando le parole di Katie Fforde, presidente della Romantic Novelists Association, ha cambiato il volto del romanzo sentimentale, dominò per cinquanta settimane la classifica dei libri più venduti del New York Times con dieci milioni di copie in tutto il mondo e ha avuto una trasposizione cinematografica con protagonista Vanessa Redgrave. Alla soglia dei novant’anni, Pilcher raggiunse sessanta milioni di copie vendute con una fortuna economica stimata in cento milioni di sterline.
Nel 2002 la regina Elisabetta II l’ha insignita del riconoscimento di Officer of the Order of British Empire (Obe). Pilcher ha ottenuto la propria piena consacrazione in Germania. Le sue storie mediante gli sceneggiati televisivi sono entrati nelle case di milioni di tedeschi e l’hanno resa popolare. Dal 1993, per un ventennio, la rete pubblica ZDF ha trasmesso la domenica in prima serata gli adattamenti dei suoi romanzi. Sono stati girate 124 fiction tratte dai romanzi di Rosamunde Pilcher. E da Monaco a Berlino in media otto milioni di persone restavano davanti al teleschermo.
L’ambientazione della Cornovaglia è divenuta anche meta turistica prediletta dei tedeschi con tour sui luoghi dei libri. In realtà lei dopo il matrimonio si stabilì in Scozia, senza mai tornare a vivere in Cornovaglia i cui panorami però sono rimasti lo sfondo dei romanzi.
Ida Bozzi per il Corriere della sera
Si era ritirata dalla scrittura già dal 2000, dopo aver dato alle stampe ben 28 romanzi divenuti bestseller, da cui erano stati tratti film e sceneggiati televisivi, molti trasmessi anche in Italia. All’età di 94 anni la scrittrice inglese Rosamunde Pilcher (1924-2019) si è spenta a Dundee, in Scozia, dopo una breve malattia: l’annuncio è stato dato dal figlio Robin.
Considerata una delle ultime regine del cosiddetto «romanzo rosa», Pilcher aveva raggiunto il successo internazionale con il quattordicesimo dei suoi libri, il bestseller I cercatori di conchiglie («The Shell Seekers», del 1987, uscito in Italia per Mondadori), con cui aveva venduto 10 milioni di copie e da cui erano stati tratti uno sceneggiato televisivo e un film interpretato da Vanessa Redgrave: il libro era rimasto per 49 settimane nella lista dei bestseller del «New York Times».
E dopo l’addio alle scene letterarie, Pilcher era stata insignita nel 2002 del prestigioso riconoscimento di «Obe», Officer of the Order of British Empire, dalla regina Elisabetta II. Pilcher era nata a Lelant, in Cornovaglia, il 22 settembre 1924, e si chiamava in realtà Rosamunde Scott: acquisì il cognome Pilcher dal marito, ma la sua carriera di scrittrice (aveva iniziato a scrivere a 7 anni e pubblicò il primo libro nel 1949) cominciò con un altro nome, Jane Fraser. Divenne per tutti i lettori Rosamunde Pilcher solo nel 1955.
La Cornovaglia, sua terra natale dai paesaggi verdi a picco sul mare, era lo sfondo che la scrittrice prediligeva per i suoi romanzi, saghe familiari, storie di amori contrastati che trovavano coronamento dopo molte vicissitudini (simboleggiate dall’impervio, romantico paesaggio). Le sue protagoniste erano eroine emancipate, donne contemporanee, decise a scoprire misteri o segreti di famiglia e spesso ribelli alle regole dei clan familiari divisi da antichi odi o gelosie.
Tra i suoi romanzi, editi in Italia da Mondadori: La tigre che dorme (1967), I giorni dell’estate (1971), Il giorno della tempesta (1975), Le bianche dune della Cornovaglia (1982) e , appunto, il suo libro più famoso, I cercatori di conchiglie (1987). Fino all ’ultimo titolo, Solstizio d’inverno (2000): un gran finale, visto che il romanzo d’addio di Rosamunde Pilcher alla scena letteraria volò in vetta alle classifiche sia in Gran Bretagna sia negli Stati Uniti.