Avvenire, 7 febbraio 2019
Il riconoscimento facciale nelle scuole francesi
Tornelli, telecamere e riconoscimento facciale digitale al posto dei tradizionali rimbrotti benevoli ai ritardatari da parte del personale d’accoglienza. L’ingresso delle scuole cambia pelle, nella Francia all’era del terrorismo globale e recentemente scossa anche da una serie di casi di violenza all’interno degli edifici liceali. In un liceo di Nizza e in uno di Marsiglia, fra le polemiche, è stata appena lanciata la sperimentazione del dispositivo di sicurezza più avanzato in termini tecnologici. Sviluppato dal colosso americano Cisco, il sistema, basato su riconoscimento facciale, badge digitali e tornelli dovrebbe in teoria impedire l’ingresso di intrusi. L’authority per il rispetto della privacy nei sistemi informatici (Cnil) monitorerà il sistema in vista di un’eventuale estensione a livello nazionale, auspicata dal ministro dell’Istruzione, Jean-Michel Blanquer.
Dopo aver fornito preventivamente una serie di dati personali, gli studenti entreranno a scuola presentando il badge ai tornelli e volgendo lo sguardo verso il monitor di videosorveglianza per permettere il riconoscimento. Ma delle scuole tanto blindate sono ancora pienamente fedeli alla loro vocazione pedagogica e alla loro funzione sociale? Non sarebbe meglio investire in progetti educativi speciali rivolti agli studenti che rischiano di scivolare nel vortice della violenza?
Se lo chiedono in tanti, a cominciare dal principale sindacato del personale scolastico (Snes), in mezzo a una pioggia di critiche pure sui costi di tali sistemi, a fronte di un’efficacia anch’essa messa in dubbio da più parti. Solo nella banlieue parigina, circa 20 milioni di euro sono stati investiti in sistemi di sicurezza scolastici negli ultimi 2 anni.