Corriere della Sera, 7 febbraio 2019
Un trentenne su 4: non avrò figli
Il 78% pensa di emigrare – e tra i giovanissimi il numero è anche più alto, l’82% —, due su tre hanno come preoccupazione principale le opportunità di lavoro (che scarseggiano), ma nonostante questo rimangono inguaribilmente ottimisti: è la fotografia dei giovani tra i 14 e i 35 anni che emerge da uno studio Ipsos commissionato dal governo.
Il lavoro rimane la chimera e il motivo d’ansia principale, con sfumature molto diverse a seconda delle fasce d’età. Il 55% dei giovani ritiene che ci siano buone o alte probabilità di avere un contratto a tempo indeterminato a 45 anni, percentuale che nella fascia tra i 14 e i 19 anni schizza al 67% per crollare drammaticamente al 38% tra gli over 30. E non avere un contratto a tempo indeterminato rappresenta «un limite per la realizzazione personale» per il 72% (l’80% tra chi ha tra i 20 e i 25 anni, fascia degli universitari e di chi prosegue gli studi con un master). Mentre non avere figli «pesa» meno: per il 65% è un problema. Poco più di un over 30 su quattro (28%), d’altronde, è convinto che non avrà bambini, mentre nelle fasce d’età più basse solo il 7% la pensa allo stesso modo.
Sulle pari opportunità e i diritti civili i giovani sono convinti che l’Italia abbia fatto passi avanti. Sono in larga parte (78%) favorevoli alle unioni civili per le coppie omosessuali, ma l’adozione di bambini alle coppie omosessuali li divide: è favorevole il 55%, ma la percentuale crolla al 46% tra gli over 30. Stesso discorso per l’immigrazione: per il 62% dei giovani gli immigrati regolari sono una risorsa (ma la cifra cala tra il 57 e il 58% tra 26 e i 35 anni).
I social network sono uno snodo fondamentale da cui passano le vite dei giovani: l’89% ha o ha avuto un account Facebook, il 75% invece usa o ha usato Instagram. Anche l’informazione corre via web: quasi un giovane su due (il 49%) si informa solo su internet o non si informa del tutto.
«Per la prima volta dopo un decennio il governo ha stanziato 30 milioni per il fondo per le politiche giovanili, che si somma ai 7 già previsti dall’esecutivo precedente e a un residuo di circa 3 milioni», spiega il sottosegretario (con delega alle politiche giovanili) Vincenzo Spadafora. «Questi soldi saranno spesi: il 50% andrà alle Regioni, il resto sarà gestito dal governo – continua l’esponente Cinque Stelle —. Abbiamo intenzione, anziché dei soliti bandi, di lanciare a marzo una misura speciale aperta a tutte le realtà giovanili, non solo alle associazioni ma anche a gruppi spontanei. Saranno progetti a trecentosessanta gradi legati alle comunità e ai territori dove vivono».
Spadafora, commentando i dati Ipsos, sottolinea come il «tema dell’occupazione sia un tema ampio, ma che anche il fondo nel suo piccolo con i progetti che lancerà va in una direzione, ossia aiutare i giovani ad avere uno stimolo e radicarsi al territorio, frenando l’emigrazione».
«Una linea dei nostri interventi riguarderà i disagi sociali e le dipendenze», spiega il sottosegretario. E dice: «Personalmente mi ha colpito il caso del bosco dell’eroina a Rogoredo. Mi attiverò per capire se una azione energica del Viminale possa servire a bonificare quell’area da spacciatori e criminali. Il mio intento è quello di un intervento di riqualificazione, d’intesa con il sindaco Sala e le autorità locali. Sono disponibile a mettere a disposizione dei fondi per la zona».