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 2019  febbraio 07 Giovedì calendario

Come ripagarsi Ronaldo vendendo solo le riserve

Il Genoa ieri ha riscattato Stefano Sturaro, che la Juve gli aveva affittato a gennaio per un milione e mezzo di euro e subordinando la cessione definitiva «al raggiungimento di determinati risultati sportivi», che i rossoblù hanno prontamente centrato. Per avere Sturaro tutto con sé dovevano fare un punto e l’hanno fatto domenica con il Parma, cosicché Preziosi ha potuto assicurarsi le prestazioni di un centrocampista che non metteva piede in campo da maggio, e che nelle ultime due stagioni e mezzo ha giocato dieci partite intere, per la modica cifra di 1,.5 milioni, più 1,5 milioni per il prestito. Bisognerà invece aspettare ancora perché per la Juve scatti l’obbligo di riscattare, per 4 milioni, l’ex genoano Luca Zanimacchia: l’under 23 bianconera (che per salvarsi ha comprato il bomber congolese di 29 anni Mokulu) non è ancora riuscita a raggiungere il famigerato risultato sportivo, visto che l’altro giorno ha di nuovo perso.
Ma l’affare Sturaro è tutt’altro che un caso isolato. Piuttosto, un’abitudine consolidata. Dall’ultima estate, gli esuberi hanno fruttato alla Juventus 117 milioni, esattamente la cifra spesa per acquistare Ronaldo. È come se CR7 l’avessero pagato in percentuale una serie di club: il 2,5% il Benevento, il 2% il Perugia, il 17% la Samp e l’Udinese. E il 26% il Genoa. Prima di chiudere l’investimento per Sturaro, infatti, Preziosi aveva già convertito il riscatto di Favilli in obbligatorio, portando la cifra spesa da 5 a 12 milioni: in tutto, la coppia ha garantito 30 milioni alla Juve, esattamente il prezzo che i bianconeri pagheranno, l’estate prossima, per il difensore Romero. E giusto una settimana fa da Genova, ma sponda Samp, erano arrivati altri 20 milioni per il riscatto anticipato di Audero, che la prossima estate ne sarebbe costati 12. A luglio, l’Udinese ne aveva garantiti 20 per Mandragora, il passaggio di Caldara al Milan 35 (anche se di fatto era uno scambio con Bonucci). E poi una costellazione di operazioni minori ha portato 5 milioni per Magnani al Sassuolo: 25 giorni prima il club di Agnelli lo aveva acquistato per la stessa cifra dal Perugia, che una parte di quei soldi li ha “restituiti" ai bianconeri prendendo per 2 milioni Leali, poi spedito in prestito al Foggia. Persino il Benevento ha contribuito spendendo 3 milioni per Tello. A fine stagione si aggiungerà all’elenco Cerri, attaccante che il Cagliari, dopo aver investito un milione per il prestito, dovrà riscattare in caso di salvezza per 9 milioni.
Ovviamente, il motivo di queste operazioni è ottenere un vantaggio a bilancio: la Juventus ha previsto in perdita l’esercizio 2019: «Non si possono escludere situazioni di tensione finanziaria», esplicitava l’ultima relazione. Ma le operazioni già concluse genereranno un effetto positivo per 84 milioni in termini di plusvalenze. Di fatto, oltre il 17% del valore della produzione dell’ultimo bilancio. Insomma, una certa utilità. Nella stagione passata, le plusvalenze garantite dai giocatori superflui erano state “solo” di 56 milioni.
Ma c’è un ma: la Juventus si è garantita infatti il diritto al riacquisto per molti di quei calciatori ceduti, tutti ovviamente con un discreto sovrapprezzo. Mandragora costerebbe infatti 26 milioni. Tello può riprenderlo per 8 milioni. Magnani ne costerebbe 12, 7 in più di quanti ne abbia pagati il Sassuolo. Insomma, tante plusvalenze hanno un prezzo. O almeno: potrebbero averlo.