la Repubblica, 7 febbraio 2019
Savona e le quote del fondo Euklid
«In merito ai dubbi sorti», sulla nomina di Paolo Savona alla Consob, «nessuna delle situazioni di incompatibilità previste nell’ordinamento è applicabile». La memoria giuridica dei consiglieri del premier Conte – legale lui pure prova a spazzare le polemiche.
Cura opportuna, sia per il precedente breve e sfortunato di Mario Nava, sia per placare i ricorsi e i dubbi sul transito del ministro degli Affari europei all’authority. Ecco le tre tesi: l’incompatibilità sul conflitto di interessi (legge del 2004) «non opera per incarichi in autorità indipendenti»; la legge 2012 che vieta incarichi nella Pa a chi è in pensione – l’82enne sardo – «non si applica a nomine del potere esecutivo o altri organi costituzionali»; l’inconferibilità di cariche pubbliche a chi proviene da enti privati (tipo il fondo Euklid, di cui Savona fu “director” fino al 21 maggio 2018) «non si applica ad autorità indipendenti», anche perché Euklid è regolato dalla Fsa di Londra. Fossero pure oro colato suggeriamo un quarto ambito, di opportunità. Savona venda il suo 5% in Euklid, 56mila euro nominali che ancora detiene.
Non è bello che un presidente di Consob sia socio di un fondo attivo sui mercati: come accadde mentre il governo nasceva, la Borsa cadeva, ed Euklid negoziava su Eni, Atlantia, Telecom, Generali.