la Repubblica, 7 febbraio 2019
I viaggi dei rifiuti hi-tech
C’è più oro in 100 tonnellate di cellulari che non in 100 tonnellate di oro grezzo, appena estratto dalla miniera. Naturale dunque che i nostri apparecchi elettronici, dopo l’uso, mettano le ali, le eliche o le ruote. E vengano riciclati a migliaia di chilometri di distanza, lungo rotte dove le leggi sono facilmente aggirate e le regole ambientali pacificamente ignorate. Per la prima volta, in un rapporto pubblicato oggi, Legambiente Italia e l’organizzazione non governativa americana Basel Action Network (Ban) hanno documentato le rotte di computer, schermi, cellulari e stampanti, piazzando “cimici” Gps su 314 apparecchi elettronici scartati in 10 paesi d’Europa. I rifiuti tecnologici sono stati gettati in discariche regolari oppure abbandonati per strada.
In 19 casi (il 6% del totale), hanno preso la via dell’export illegale verso Africa o Asia: Nigeria, Ghana, Tanzania, Tailandia e Pakistan in primis. Facendo le proporzioni, Legambiente e Ban stimano che il fiume illegale di spazzatura tecnologica che fluisce dall’Europa verso i paesi in via di sviluppo raggiunga le 350mila tonnellate all’anno. Dei 48 oggetti gettati in Italia, in particolare, due sono finiti all’estero, in Nigeria e Ghana, venduti in negozi di apparecchi usati e probabilmente finiti in una casa. Eppure gli attivisti dell’associazione erano stati ben attenti a danneggiare gli oggetti fino al punto di renderli inutilizzabili. «Certo, la situazione è migliore rispetto a decenni fa, quando non c’erano leggi in proposito. Ma che anche pochi apparecchi sfuggano alla filiera del riciclaggio legale è un problema importante» spiega Giuseppe Ungherese, responsabile della Campagna Inquinamento di Legambiente Italia. «Spesso infatti questi rifiuti vengono bruciati per ricavarne rame e alluminio, rilasciando nell’ambiente sostanze estremamente tossiche». Un rapporto sui rifiuti elettronici pubblicato dieci giorni fa a Davos lo conferma: anche se i vecchi apparecchi sono solo il 2% della spazzatura solida, rappresentano il 70% di tutti i rifiuti classificati come pericolosi. I 45 milioni di tonnellate all’anno scartate oggi, sempre secondo i dati di Davos, riempirebbero 125mila jumbo jet (un numero di aerei che nemmeno esiste) e 4.500 torri Eiffel. Nel 2050 arriveremo a 120 milioni. Oggi solo il 20% dei rifiuti elettronici nel mondo viene smaltito legalmente. «E questo nonostante la penuria di metalli rari e il valore economico dei materiali che gli apparecchi contengono» sottolinea Ungherese. L’Europa, pur essendo il più grande produttore di rifiuti elettronici dopo l’Asia, con 16,6 chili a persona ogni anno, ha il tasso di raccolta e riciclaggio più alto del mondo: il 35% secondo Legambiente e Ban.
Seguire i singoli esemplari in discariche asiatiche o roghi africani, come hanno fatto di persona i responsabili di Basel Action Network, aiuta comunque a capire quanto dannose siano le falle nel sistema. Uno schermo a cristalli liquidi abbandonato in strada a Cesano Boscone, vicino Milano, il 9 maggio 2017, è stato ad esempio tracciato in Ghana il 12 aprile 2018. Un collaboratore locale di Ban, Michael Anane, lo ha riconosciuto dal numero di serie su una bancarella di oggetti usati un quartiere residenziale di Accra, la capitale, offerto per 25 dollari. La venditrice ha spiegato ad Anane di avere molti oggetti provenienti dall’Italia, scaricati al porto in un container e portati in camion fin lì. L’ultimo segnale dal Gps dello schermo, il 20 giugno dell’anno scorso, proviene da una residenza di Kumasi, la seconda città del Ghana, 250 chilometri a nord di Accra. Il secondo oggetto esportato illegalmente dall’Italia, un computer da tavolo, era stato regolarmente consegnato all’Ecocentro di Pianiga, in provincia di Venezia, il 10 maggio 2017. Poi ha preso la via della Nigeria in modo misterioso. «In genere i rifiuti raccolti legalmente vengono smaltiti da consorzi appositi, spesso nel nostro stesso paese» spiega Ungherese. La legge prevede che chi vende un elettrodomestico ritiri quello vecchio. Che i rifiuti elettronici possano essere raccolti nelle isole ecologiche comunali. E che i negozi specializzati con superficie superiore a 400 metri quadri siano obbligati a smaltire apparecchi più piccoli di 25 centimetri, anche se il cliente non acquista nulla. Tutto regolare, nel caso di Pianiga. Invece il pc si eclissa per alcuni mesi e ricompare a Lagos, la più popolosa città della Nigeria, il 17 luglio 2017. Le coordinate Gps lo localizzano in un’abitazione privata. E poco importa, evidentemente, che il computer gettato via sembrasse al di là di ogni possibilità di riparazione.