La Stampa, 6 febbraio 2019
TerraXcube, il simulatore del grande freddo
Che cosa accade al corpo in una situazione di freddo estremo? In che modo possiamo essere certi che un dispositivo elettronico funzioni in condizioni climatiche come una tempesta sull’Everest? E che dire dei materiali che devono resistere alle basse temperature senza perdere le caratteristiche originali?
Se finora testare cosa accade in queste condizioni-limite prevedeva un viaggio nei luoghi più remoti del Pianeta, oggi è possibile riprodurre artificialmente qualsiasi clima. E sperimentare. È il caso di terraXcube, simulatore di condizioni climatiche estreme unico al mondo, inaugurato nel nuovo parco tecnologico di Bolzano da Eurac Research.
«Una struttura del genere - spiega Hermann Brugger, responsabile della sezione dedicata alla fisiologia umana al terraXcube ed esperto di medicina d’emergenza - nasce dall’esigenza di studiare gli effetti di qualsiasi condizione atmosferica, sia sull’uomo sia sui materiali». Strutturato in due blocchi («Small» e «Large Cube»), le quattro camere contenute nel primo riproducono le situazioni climatiche delle Alpi, quelle nel secondo simulano condizioni più estreme. Giusto per rendere l’idea il simulatore può riprodurre temperature tra i -40 e i +60 gradi, irraggiamento solare artificiale anche quando fuori è notte, 60 millimetri di pioggia all’ora anche quando fuori c’è siccità e 5 centimetri di neve all’ora anche quando fuori è estate. «In particolare - sottolinea Brugger - la peculiarità di terraXcube è poter controllare anche la pressione atmosferica in modo da riprodurre condizioni come quelle dell’Everest».
L’impatto di questa tecnologia riguarderà in primis la salute e la medicina d’alta quota. Nel «Large Cube» potranno restare fino a 12 ricercatori per periodi di 45 giorni, mentre un monitoraggio medico continuo ne controllerà attività cardiaca, saturazione di ossigeno, pressione arteriosa e temperatura corporea. Ma a beneficiare della struttura sarà anche l’industria. «Si testeranno materiali come i tessuti sportivi o il funzionamento di dispositivi per il soccorso, lo sport e il lavoro in situazioni specifiche».
La particolarità di terraXcube, quella di impostare e variare la pressione atmosferica, sarà utile anche in campo ambientale: «Si apriranno - spiega Georg Niedrist, biologo dell’Eurac - nuove prospettive di ricerca in ambito agricolo e ambientale». Per esempio all’interno dello «Small Cube» verranno studiate le funzioni di piante, animali e microorganismi in diversi contesti climatici. Tante domande cominceranno a trovare risposta già nei prossimi mesi, quando il simulatore entrerà in funzione a pieno regime.