La Stampa, 6 febbraio 2019
Ritratto del millennial in auto
Iperconnessi, eppure spesso molto soli. Preoccupati dal futuro, e come dargli torto. Obbligati a essere speciali, più grintosi, per emergere. Ma con una spinta irresistibile a restare umani, a condividere più che possedere, a rispettare l’ambiente. È il ritratto dei millennial tracciato da una ricerca di Bain&Company per Quattroruote su 2.700 ragazzi ripartiti fra Italia, Gran Bretagna e Germania: la Generazione Y dei nati fra il 1984 e il 1995.
Prima osservazione: la crisi ha picchiato durissimo sui primi a diventare adulti con prospettive meno rosee di chi li ha preceduti: -0,4% di calo del pil pro capite in Italia fra il 2000 e il 2015 (contro un +1,2 per la Germania e un +1,1 per la Gran Bretagna), che si traduce in un reddito inferiore del 17% rispetto alla generazione precedente. Di conseguenza, le scelte importanti della vita vengono rimandate: nozze, figli, acquisto di una casa e anche di un’auto. Le immatricolazioni calano dunque del 50% nella fascia 18-29 anni. E si prende meno la patente, anche se nelle aree urbane il fenomeno è parzialmente temperato, negli ultimi anni, dal ricorso al car sharing: perché un’auto in città può essere d’impiccio causa traffico e parcheggio difficile; ma la sera, per uscire con gli amici, guidare serve eccome. Alla domanda «se li avessi a disposizione, per che cosa utilizzeresti i tuoi risparmi?», ecco dunque che l’opzione «per un’altra auto» compare solo al quinto posto, dopo «li metterei nel conto corrente», «li userei per le spese quotidiane», in qualche caso «l’acquisto di una casa» e, specialità italiana, «una vacanza da sogno».
Il cambiamento è visibile. «Però è una rivoluzione a metà - commenta Gianluca Di Loreto, partner di Bain&Company - più ci si allontana dalle grandi città più i millennial conservano con l’automobile un rapporto caldo, empatico». Molto interessanti, intanto, i numeri sull’attitudine alla condivisione e l’attenzione alla convenienza. Il 55% dei millennial è disposto a utilizzare il car sharing, ma il dato arriva addirittura al 66 se si tiene conto delle risposte dei nati dopo il 1995: la tendenza è destinata a crescere imperiosamente. Sull’elettrico, i ragazzi italiani si dimostrano poi mediamente più informati rispetto ai coetanei inglesi e tedeschi, anche se dicono di essere disposti a ricorrervi solo in presenza d’incentivi. La (parziale) sorpresa arriva quando si parla di Adas, cioè dei sistemi di guida autonoma: i millennial sono aperti al futuro, sì, ma con qualche timore, visto che alla frase «non avrei problemi a fare altro mentre l’auto guida da sola», magari scrollare Instagram, su una votazione a disposizione da 1 a 5 la media italiana è stata freddina: 2,5. Condividere sì, ma con i coetanei più che con l’intelligenza artificiale.