Corriere della Sera, 6 febbraio 2019
Landini, il turismo e l’industria perduta
A Maurizio Landini interessa qualcosa del turismo? Dice l’ultimo report della Banca d’Italia, del dicembre 2018, un mese e mezzo fa, che «alle attività turistiche sono direttamente riconducibili oltre il 5 per cento del Pil e oltre il 6 per cento degli occupati del Paese. È un peso elevato nel confronto internazionale». Aggiunge che «la voce relativa ai viaggi è l’unica posta della bilancia dei pagamenti storicamente in attivo» e che negli ultimi anni, dopo una perdita di quote di mercato iniziata a partire dalla fine degli anni Novanta, «maggiore per l’Italia che per altri paesi europei», c’è una ripresa netta e «nel 2017 le entrate sono cresciute più della domanda mondiale». Ma interessano, questi numeri, al nuovo segretario generale della Cgil? Mah...
Certo gli sono interessati pochissimo fino a ieri. Basti dire che su 3.113 titoli dell’Ansa dedicati a lui, a partire dal lontano aprile ’93, ce n’è solo uno (uno!) che tocca il tema. In negativo: «Landini: non basta turismo, fermare l’addio a industria». La tesi: «A costo di essere accusato di industrialismo non credo che il nostro Mezzogiorno possa vivere di solo turismo». Giustissimo. Ci vuole assolutamente, in parallelo, una prospettiva anche industriale. Ma sottovalutare un comparto che ha dieci volte più occupati del chimico può essere non meno fatale.
Cambierà qualcosa, ora che non si occuperà più dei soli Impiegati Operai Metallurgici? Dedicherà più interesse al turismo di Susanna Camusso, che su 7.707 titoli Ansa (per carità: l’archivio dell’agenzia non è la bibbia, però dice tante cose...) ha toccato il tema 5 volte in quarant’anni? C’è da sperarlo. Perché, stando agli ultimi dati 2018 del World Travel and Tourism Council gli occupati diretti nel settore sono stati nel 2017 quasi un milione e mezzo (1.490.500) e dovrebbero salire in dieci anni a 1.783.000. E parliamo solo degli occupati diretti. Se teniamo poi conto dell’indotto (per capirci, comprese le aziende che fanno i gilè per i camerieri o le lavanderie che lavano i tovaglioli) arriviamo a 3.394.500 occupati (il 14,7% cioè un lavoratore su sei) con la prospettiva di salire nel 2028 a 3.934.000 pari, secondo il Wttc, al 16,5%. Non tener conto delle opportunità che si spalancano con un numero di turisti mondiali sempre più grande sarebbe davvero assurdo...