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 2019  febbraio 06 Mercoledì calendario

EPIDEMIA DI SESSO – ALTRO CHE QUARANTENA: NELLA SETTIMANA DI ISOLAMENTO, LE APP DI DATING HANNO FATTO SEGNARE +30% DI TRAFFICO NEL NORD ITALIA – UN'UTENTE ASSIDUA DI TINDER: “È IL PERIODO MIGLIORE. C’È MENO CONCORRENZA! I POTENZIALI PARTNER FANNO DOMANDE, MA È NORMALE. ALL’INIZIO NON MI AVVICINO TROPPO E PORTO SEMPRE CON ME L’AMUCHINA. MA POI…” -

1 – CORONAVIRUS, NELLA SETTIMANA DI CHIUSURA DI SCUOLE E UFFICI AL NORD È BOOM PER LE APP DI DATING: +30% Alessio Caprodossi per www.leggo.it Altro che quarantena. Altro che attenzione ai contatti pubblici. In Italia, con l’esplosione dell’emergenza Coronavirus, in tanti hanno approfittato del tempo libero ottenuto con l’improvvisa chiusura degli uffici e delle università per cercare incontri e appuntamenti piccanti.

Insomma, dalla zona rossa alla zona a luci rosse il passo è stato breve. Anzi brevissimo, perché basta un clic per dare una sbirciata alle applicazioni di dating, alla ricerca della giusta compagnia. La conferma arriva proprio da una delle app dedicate agli incontri amorosi, che nel corso dell’ultimo settimana ha registrato un’impennata di contatti: «Dallo scorso lunedì abbiamo riscontrato un aumento del traffico giornaliero di circa il 30% nell’area del Nord Italia», spiega in una nota Once, dating app con nove milioni di utilizzatori che ogni giorno gestisce cinque milioni di chat. «L’aumento degli utenti attivi nell’arco delle singole giornate è stato progressivo, con ricerche nel complesso equamente distribuite tra uomini e donne», specificano dal quartier generale svizzero dell’app.

Così, proprio con i pochi clic che fanno scattare il feeling e il probabile incontro, si rischia di capovolgere il senso dell’isolamento tra le mura domestiche mirato a frenare la propagazione del virus. Ma anche chi ha rispettato l’invito a limitare al minimo le uscite ha avuto un’accelerazione delle pulsioni sessuali, riservando le attenzioni ai siti pornografici.

Tra questi c’è chi ha cavalcato il momento propizio per ingraziarsi gli utenti e altre piattaforme molto popolari che, pur volendo restare nell’anonimato, hanno confermato a Leggo il trend in ascesa durante i giorni scorsi.

Con l’intento di rallegrare l’obbligata presenza casalinga dei residenti nelle zone più colpite dalla diffusione del virus, il sito XHamster ha deciso di regalare l’accesso alla sezione premium (che costa 9,99 euro al mese, con l’abbonamento annuale che costa invece 60 euro) agli abitanti di Lombardia e Veneto e ai cittadini degli altri principali focolai mondiali dai quali è partita la diffusione di Covid-19 (Teheran, capitale dell’Iran, Daegu in Sud Corea, Adeje nelle Isole Canarie e Wuhan, città cinese dove il virus è nato).

Una scelta di marketing senza dubbio ben orchestrata, come sintetizza l’unica raccomandazione rivolta agli utenti: “Restate nelle vostre camere da letto, che in questo momento è il posto più sicuro”.

2 – CORONAVIRUS, MARIA ELENA NON RINUNCIA AL SESSO: «SU TINDER C'È MENO CONCORRENZA» Chiara Jommi Selleri per www.leggo.it

La libido vince sulla paura. Parola dei «Tinder addicted» come Maria Elena, cantante e musicista romana di 25 anni, che sfida il virus a colpi di incontri con sconosciuti. Utilizza Tinder, l’app di dating più diffusa in Italia, da quando ne aveva diciannove (5,9 milioni di abbonati solo nel 2019, in larga parte giovani dai 18 ai 25 anni) e non ha smesso di farlo neanche in piena emergenza Coronavirus. Anzi.

Gente in quarantena, uffici chiusi e lei va a caccia di sconosciuti? «Direi che è il periodo migliore. C’è meno concorrenza! (strizza l’occhio, n.d.r.)».

Prego? «Secondo me è stupido fermare la propria vita perché si è in preda al panico. Anche la propria vita sessuale. Io non ho paura e anzi ne approfitto. D’altronde posso essere contagiata anche entrando in un supermercato o prendendo un caffè al bar. No?».

Anche la comunità Tinder la pensa come lei? «Non lo so, mi pare che “circolino” meno persone».

Come fa a saperlo? «L’App funziona tramite match: ogni volta che mi piace qualcuno invio un like. Se il mio like è ricambiato, allora si crea il match e posso iniziare a chattare con l’altra persona. Ultimamente me ne arrivano di meno. Io, invece, lo uso più di prima».

Insomma, il virus non ha contagiato la App? «Qualcuno ne parla. Mi è capitato un ragazzo svedese che si trova a Roma per l’Erasmus: voleva sapere in che città fossi stata ultimamente, i miei spostamenti. Ma fare domande è una pratica piuttosto diffusa su Tinder perché si incontrano persone nuove».

E con i cinesi come la mettete? «I cinesi? I “nuovi cinesi” siamo noi italiani!».

Non ha paura neanche di fronte a un picco dei contagi? «Continuerò a uscire con chi voglio, facendo attenzione».

In che modo? «Almeno nella fase di conoscenza iniziale non mi avvicinerò troppo fisicamente. E porterò con me, come sempre, un flaconcino di amuchina. Ma poi... ».