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 2019  febbraio 06 Mercoledì calendario

Manuel Bortuzzo non potrà più camminare. Parla Fausto Brizzi. Quanto hanno preso i commissari del No Tav

Manuel Bortuzzo non potrà più camminare
Non tornerà più a camminare Manuel Bortuzzo, il nuotatore ventenne colpito da un proiettile sabato notte a Roma. «C’è una lesione del midollo completa. Questo vuol dire che al momento consideriamo che non possa esserci una ripresa funzionale del movimento delle gambe» ha detto il professore Alberto Delitala, responsabile della Neurochirurgia del San Camillo. Arrivato in ospedale con una vasta emorragia interna, lesioni al polmone sinistro e al midollo spinale, ora Bortuzzo è in condizioni stabili, ancora sedato, e sarà risvegliato nei prossimi giorni. La Squadra Mobile non scarta l’idea che si sia trattato di uno scambio di persona, ma valuta anche l’ipotesi che i malviventi volessero uccidere Martina, la sedicenne fidanzata di Bortuzzo, anche lei nuotatrice delle Fiamme Gialle e interrogata dagli inquirenti già quattro volte. L’agguato proverrebbe da gang che vivono nelle case popolari di Acilia-Villaggio San Giorgio. Il movente: una partita di droga non pagata [Izzo, Sta]

«A quell’ora all’Axa pioveva a dirotto. Manuel e Martina, appena usciti dalla festa di compleanno di un’amica, si erano prima diretti con la loro comitiva (divisi in due auto) verso il pub, ma trovandolo chiuso e con la polizia già impegnata nei rilievi per la rissa avevano dirottato su un altro locale, anch’esso con le serrande abbassate. A questo punto si erano dati appuntamento all’angolo con via Menandro. “Ci siamo fermati in tabaccheria per comprare le sigarette”, ha spiegato proprio Martina alla polizia. I due sono scesi dalla Smart di Manuel e, con i cappucci alzati sulla testa per la pioggia battente, si sono avvicinati al distributore automatico. Due sagome scure nella notte e sotto la pioggia, praticamente irriconoscibili. Pochi istanti e sono comparsi i due sullo scooter che da una decina di metri, forse meno, hanno aperto il fuoco contro la coppia. Tre colpi — uno a segno e due a vuoto — con un’arma di medio calibro, ora in mano alla polizia» [Frignani, CdS].

Amori
Dopo 14 mesi di silenzio, e ora che la Procura di Roma ha archiviato le tre denunce per molestie sessuali presentate a suo carico, Fausto Brizzi è tornato a parlare. «Non sono un santo, ma neanche un orco o Barbablù. Non voglio certo sembrare un martire, magari sono stato superficiale e imprudente, ma non sono mai stato a letto con una donna che non fosse ampiamente consenziente», ha detto a Malcom Pagani di Vanity Fair.

Hanno detto che lei organizzava falsi provini al solo scopo di obbligare le ragazze a stare con lei.
«Non ho mai fatto un provino o un casting che non fosse nella sede della produzione. Tra l’altro, chi mi ha denunciato in Procura non parla affatto di provini. Se un regista incontra una ragazza a casa sua, la questione attiene alla sfera privata. Si chiama vita. Le donne mi piacciono. Non l’ho mai nascosto. Ho sedotto e abbandonato e sono stato sedotto e abbandonato a mia volta. A volte ci ho provato, mi hanno detto di sì e mi hanno detto di no. Ma con le ragazze con cui sono stato ci siamo lasciati sempre con il sorriso. Se poi, a distanza di tempo, alcune hanno rielaborato in modo negativo la nostra relazione me ne dispiaccio. Me ne dispiaccio sinceramente».

E non ha pensato che venendo con lei potessero avere l’ambizione di recitare in un suo film?
«Probabilmente, con il senno di poi, dico che eravamo entrambi mossi da un’ambiguità. Come capita a tanti, io cercavo un momento di evasione e forse le ragazze inseguivano un’opportunità. Questo però non posso saperlo» […]

Che cosa si rimprovera?
«Come ho detto, ho capito che sono stato leggero e superficiale e che qualche situazione avrei dovuto evitarla. Sicuramente non ho mai forzato nessuna ragazza e non mi sono neanche mai denudato senza permesso. Se non altro, per rispetto del ridicolo involontario. Ho compiuto degli errori e li ho compiuti soprattutto con Claudia (Zanella, moglie e madre di sua figlia, ndr). Ha sofferto molto e, quando la bufera è passata, ci siamo lasciati. Era la donna della mia vita».

Buste paga
Paolo Beria, Riccardo Parolin, Francesco Ramella Pezza, Alfredo Drufuca e Pierluigi Coppola, cioè cinque dei componenti la commissione incaricata dal ministro Toninelli di valutare costi e benefici dell’Alta velocità in Val di Susa, sono stati pagati, per questo lavoro, 50 mila euro ciascuno. Il loro capo, professor Marco Ponti, non ha invece percepito compensi in quanto pensionato [Caruso, Giornale].