https://www.lettera43.it/it/articoli/cultura-e-spettacolo/2019/02/05/boomdabash-per-un-milione-testo/228810/, 5 febbraio 2019
SE PROPRIO VOLETE SALUTARVI FATELO CON I PIEDI – DALLA RIVALUTAZIONE DEL SALUTO ROMANO ALL’ELBOW BUMP, CIOÈ GOMITO A GOMITO: RIMEDI ALTERNATIVI ALLA STRETTA DI MANO PER EVITARE I CONTAGI DA CORONAVIRUS – ANGELA MERKEL SI È VISTA BLASTARE DA SEEHOFER, MENTRE IN INDIA TORNA IN VOGA IL NAMASTÈ, CIOÈ UNIRE LE PROPRIE MANI PER SALUTARE DA LONTANO. E OGNUNO SI TIENE I SUOI BATTERI… – VIDEO -
C'è perfino chi, in Italia, sta proponendo di rivalutare il saluto romano. No, non il «s' aribeccamo» dello slang capitolino, ma proprio lo scatto del braccio destro verso l' alto che fu imposto nel Ventennio dal regime fascista come alternativa «virile e igienica» alla stretta di mano. In questi giorni gira in rete una poesiola di Trilussa (non tra le sue migliori, va detto) che celebra questa forma di saluto senza contatto fisico: «Deppiù la mano, asciutta o sudarella, quann' ha toccato quarche porcheria, contiè er bacillo d' una malatia, che t' entra in bocca e va nelle budella».
Senza arrivare a scomodare rituali dotati di una potenza ideologica che nessuno vuole evocare (ci mancherebbe solo questo), di certo il coronavirus sta modificando i rapporti umani e anche il modo in cui ci si saluta, spingendo ovunque nel mondo ad attingere a gestualità tradizionali magari ultimamente neglette ma assai più sterili. Il ciao ai tempi del colera.
Così può capitare che Angela Merkel, la cancelliera tedesca, si veda «blastare» dal suo ministro dell' Interno Horst Seehofer, all' inizio di una riunione di lavoro. Stretta di mano rifiutata e che nessuno ne faccia una questione di galateo o di gerarchia, bitte. Ognuno si attrezza come può. In India il celebre (da loro) attore Anupam Kher si è fatto testimonial del ritorno in voga del namastè, il gesto di unire la mani (le proprie, quindi ognuno si tiene i suoi batteri) e di accompagnare il gesto con un lieve inchino della testa. Kher lo propone su Twitter ai suoi connazionali come soluzione «igienica, amichevole e catalizzatrice di energie».
E il suo invito raccoglie molti consensi e viene rilanciato da migliaia di persone sedotte dal sovranismo dei convenevoli. Il Guardian - quotidiano di quella Gran Bretagna dove in questi giorni l' esperto di etichetta Jo Bryant va sostenendo che la scarsa propensione dei sudditi di Sua Maestà a toccarsi si sta rivelando una valida protezione etnologica dal Covid-19 rispetto all' approccio più espansivo di popoli come quello italiano - si è divertito a scoprire come nei vari Paesi del mondo il bon ton venga modellato dalle esigenze di salubrità.
Scoprendo ad esempio che in Cina il governo con una cartellonistica mirata sta spingendo il popolo a rivalutare il Gong Shou, il gesto di omaggio che consiste nello spingere un pugno nel palmo opposto, mentre in Iran il governo suggerisce di salutarsi toccandosi con i piedi, e vengono sconsigliati negli Emirati Arabi il tradizionale naso-a-naso e in Brasile i baci, anche quelli casti (oltre alla condivisione delle cannucce usate per il Mate).
E in Occidente, dove la stretta di mano è l' esperanto della buona educazione? Ognuno si attrezza come può. I focosi uomini romeni festeggeranno il festival di primavera di Martisor limitandosi a regalare fiori alle donne, evitando i baci che di solito accompagnano il doni. I cattolici spagnoli per la prossima Pasqua sbianchetteranno i tradizionali baci alle statue della Vergine e gli altrettanto ferventi polacchi si vedranno ammannire una comunione spirituale lasciando l' ostia nelle mani del prete. In Francia l' esperto di galateo Philippe Lichtfus la butta sullo spirituale invitando i connazionali a guardarsi intensamente negli occhi (e i miopi?), mentre i camerateschi australiani potrebbero rispolverare la pacca sulla spalla che fa tanto «frontiera». Considerando che si tratta di un popolo notoriamente atletico e muscoloso, c' è il rischio che si svuotino i reparti infettivi e si riempiano quelli ortopedici.