Corriere della Sera, 5 febbraio 2019
La rinascita di Donnarumma
Un preparatore nuovo, allenamenti differenti, qualche chilo in meno, una situazione ambientale migliore, il rapporto recuperato con i datori di lavoro, il feeling ritrovato col pubblico. Sono ovviamente parecchie le ragioni che stanno dietro all’evidente resurrezione tecnica di Donnarumma, ma la sintesi più efficace ce la offre Dino Zoff, uno che a Gigio quando le cose non andavano bene non le ha mai mandate a dire, con la consueta sintesi che era anche la sua cifra stilistica ai tempi in cui in porta ci stava lui: «Semplice, è diventato uomo». In quattro parole c’è tutto. «È più consapevole, è adulto», spiega l’icona azzurra oggi 76enne. «Sta imparando a gestire le fasi della vita che sono anche le fasi della partita. Oggi dopo un errore non si abbatte più. L’altra sera ha sbagliato un’uscita alta». Qualche mese fa, è il concetto di Zoff, lì avrebbe smarrito le sicurezze mentre oggi sa resettare: «Tant’è che un momento dopo ha fatto un altro intervento superlativo».
Alla fine del buon pareggio dell’Olimpico ne abbiamo contati cinque, che gli sono valsi una prestazione eroica, da 8, senz’altro la migliore della stagione, forse la migliore in assoluto. Mai visto un Donnarumma così. Da Gigio è tornato Supergigio. Di questo passo la valutazione da 70 milioni del 2017, dimezzatasi solo un anno dopo, tornerà realistica, anche se Elliott non è affatto intenzionato a metterlo sul mercato, come ha ammesso ieri il presidente Scaroni: «Nessuna idea di cederlo». Il ragazzo, 20 anni a fine mese, è tornato a essere un preziosissimo asset societario. E anche questo, ovviamente, ha contribuito.
Se la fase difesa è oggi la vera chiave della vigorosa accelerata del Milan in ottica Champions – solo 2 gol a carico nelle 6 gare del 2019 – gran parte del merito è suo, oltre che dei tre soggetti che hanno contribuito a riavviare il suo processo di crescita, interrottosi di fatto per tutta la stagione scorsa, dopo l’estate da tregenda 2017, quella della guerra contrattuale. Il primo è Gattuso, che lo ha difeso con forza anche dopo gli abbagli nel derby e in Supercoppa. Impeccabile, da parte di Rino, la gestione della concorrenza con Reina: non era semplice, Pepe poteva essere un’ombra ingombrante, invece la saggia alternanza architettata dal tecnico ha giovato a tutti.
Zoff Ora dopo un errore sa reagire: domenica ha sbagliato un’uscita e un istante dopo ha fatto una parata superlativa
Gli altri uomini chiave sono i due preparatori che dall’estate scorsa hanno preso il posto di Alfredo Magni, considerato da molti un fuoriclasse del ruolo, che per Donnarumma era più di un allenatore, quasi un tutor, un fratello maggiore. Oggi con Gigio lavorano Valerio Fiori e Gigi Ragno. È cambiata la metodologia (i risultati su piedi, uscite alte, posizionamento ed elasticità sono evidenti) ma anche la gestione del rapporto. Meno empatico, confidenziale. Più asciutto, lavorativo. La conseguenza, spiegano da Milanello, è che oggi il ragazzo non si sente più un bambino prodigio ma un professionista chiamato a essere all’altezza del proprio valore.
Si chiama autocoscienza. O forse, più correttamente, come dice il maestro Dino, Gigio è solo diventato uomo.