Corriere della Sera, 5 febbraio 2019
Chiude la cava di Michelangelo
Si racconta che quelle montagne, ferite dall’uomo eppure così straordinarie nel loro bianchissimo splendore, rapirono l’anima di Michelangelo. Che, dopo aver camminato verso il bacino del Polvaccio, conosciuto anche dai Romani, vide «il marmo sublime» dal quale avrebbe tratto uno dei suoi capolavori: la Pietà.
Storia, forse con l’aggiunta di un pizzico di leggenda, sta di fatto che quel pezzo di monte sopra Torano, a Carrara, scavato da duemila anni, è diventato la cava più famosa al mondo e celebrata come il luogo preferito dal Buonarroti. Nei secoli ha continuato a fornire marmo statuario, il più pregiato del pianeta, ad artisti di fama mondiale e anche oggi, grazie all’intelligenza del suo proprietario, l’imprenditore Franco Barattini, attira scultori, ma anche uomini di cultura, principi (come Alberto di Monaco) e turisti.
Adesso però la Cava Michelangelo, per la prima volta nella sua storia, è stata chiusa e una ventina di operai sono momentaneamente senza lavoro. Il motivo? Manca la dichiarazione d’impatto ambientale per rinnovare il permesso di escavazione scaduto il 31 gennaio. «Colpa dei ritardi burocratici del Comune Cinque Stelle di Carrara», accusano una raffica di post sui social. Ma in realtà il problema non sembra dipendere dall’amministrazione comunale. «Assolutamente no, la chiusura è da imputare ai ritardi della Regione Toscana – spiega il sindaco di Carrara, Francesco De Pasquale —. Cava Michelangelo è una delle aziende più grandi di Carrara e nuovi regolamenti impongono una verifica d’impatto ambientale regionale. Non è il nostro Comune che ha fermato l’estrazione, ma più semplicemente i nostri uffici stanno aspettando questo documento da Firenze, fondamentale per continuare l’escavazione». Cava Michelangelo, e gli altri siti adiacenti, non sono soltanto emblema di storia e di arte, ma anche un esempio di eccellenza lapidea. Patron Barattini ha trasformato il bacino in un impero economico e anche in un luogo turistico e di arte. Sulle cave delle Apuane si fanno concerti, teatro, si vive l’essenza della scultura e ci sono persino luoghi dedicati alla poesia. Una chiusura che oltre che sul lavoro può avere un impatto sul turismo.