Il Messaggero, 4 febbraio 2019
Sanremo, il brano numero duemila dal 1951
Anche il Festival di Sanremo avrà il suo Millennium Bug, un potenziale pregio enciclopedico, anziché difetto informatico. Tutto nasce dal database di Mario Pezzolla, conduttore radiofonico e autore radiotelevisivo che, accumulando e contando brani in gara dal 1951 al 2018, ha scoperto che domani, serata inaugurale all’Ariston, qualcuno tra i 24 artisti presenterà, a sua insaputa probabilmente, la canzone numero duemila.
Da novembre il suo programma Sanremo Night, in onda su Rai Radio 1 dal martedì al sabato, dalle 2 alle 5 del mattino, ha ripassato l’intero canzoniere festivaliero, non in ordine cronologico bensì alfabetico: «Da A, brano di Francesco Salvi del 1990, alla Z di Zucchero e Pepe del 1955, anno della prima edizione trasmessa in diretta radio-televisiva, portata da Jaione, Radio Boys, Rosettani e Trio Aurora» spiega. «Finora i titoli che hanno partecipato alla manifestazione di febbraio sono stati 1980, esclusi quindi i Sanremo giovani e le doppie esecuzioni che per un periodo furono d’obbligo. Significa che il ventesimo concorrente in scaletta, domani, porterà sul palco il duemillesimo brano». Il maggior numero di titoli si trova sotto le lettere L e I (gli articoli, chiaramente) e si soddisfano anche le lettere più improbabili, tipo la Y di Yanez, firmata Davide Van De Sfroos, e la W Working Late Tonight di Amii Stewart.
«È stata un divertimento questa maratona, fra brani dimenticati, successi mondiali come Nel blu dipinto di blu, canzoni pessime e ottime. Quello che salta all’orecchio è che il festival si conferma specchio dei tempi. Penso a www.mipiacitu dei Gazosa nel 2001, espressione delle prime esplorazioni su web e del linguaggio informatico che diventa comune, o Zerotretresette di Camilla del 1996, quando ancora i numeri di cellulare li precedeva lo zero o La mail che non ti ho scritto di Giulia Anania nel 2012. E penso alla ascoltatrice piemontese che con gli amici, al gelo, guardava la kermesse fuori dal bar, dove stava l’unica televisione del paese».
Classe 1952, Pezzolla è stato una decina di volte nella commissione artistica in riviera: «Rispetto alla mole di canzoni presentate, ce ne ricordiamo poche e quasi sempre le stesse. A sentirle tutte, si nota come il destino sia imprevedibile. Chi meritava qualcosa in più è scomparso, chi arrivò ultimo fece successo. La vera popolarità si misura nel tempo». La Treccani sanremese è stata una staffetta notturna di tre mesi. Stanotte l’ultima puntata, dedicata alle curiosità. Domani il nome del tedoforo che segnerà il numero duemila di una olimpiade tutta italiana.