il Fatto Quotidiano, 4 febbraio 2019
Francesco pensa a un Sinodo speciale
La notizia è clamorosa e di grande suggestione. Altro che partito, la Chiesa italiana per affrontare l’epoca cupa dei populismi potrebbe addirittura convocare un sinodo sulla società e sull’impegno in politica dei suoi fedeli. L’ipotesi conclude l’ultimo scritto del gesuita Antonio Spadaro (nella foto), l’intellettuale più vicino a papa Francesco e direttore della Civiltà Cattolica, la rivista tornata dopo due decenni al centro dell’attenzione in Vaticano, grazie al pontificato di Bergoglio.
Nel suo editoriale del quaderno d’inizio febbraio del periodico gesuita, e pubblicato giovedì scorso da Avvenire, padre Spadaro conclude infatti così il suo lungo articolo: “Che dunque stia maturando il tempo per un sinodo della Chiesa italiana?”. L’interrogativo è la sintesi di due punti che il direttore della Civiltà Cattolica va ripetendo da settimane, nel segno di papa Francesco, eletto peraltro nel 2013 per depurare la Curia di Bertone dall’intreccio con il mondo berlusconian-andreottiano.
Punto primo: no a un partito unico dei cattolici, ossia “l’usato garantito”. E ancora: “Non basta più neanche una sola tradizione politica a risolvere i problemi del Paese”. Punto secondo: fermare la salvinizzazione clericale della Chiesa, spiegata pure in una bella intervista a Giuseppe Genna sull’ultimo numero dell’Espresso: contrastare il “suprematismo religioso” dell’americano Bannon, che teorizza “la necessità teocratica di sottomettere lo Stato alla Bibbia”, non distante dalla logica del “fondamentalismo islamico”. Ergo, non resta che “la formazione” di nuovi cattolici in politica sulla linea di quanto già espresso dal cardinale Gualtiero Bassetti, il presidente dei vescovi italiani.
Formare, quindi, e soprattutto comprendere le ragioni dei “sentimenti di paura, diffidenza e persino odio che hanno preso forma tra la nostra gente”. E un processo del genere, di vastissima portata, non si può che ottenere con “l’esercizio della sinodalità”, ovvero il “coinvolgimento” e la “partecipazione attiva di tutto il popolo di Dio”. Un progetto ambizioso, sembra. Non il solito partitino per riciclare i moderati rimasti senza poltrone.