Corriere della Sera, 4 febbraio 2019
Il boom di iscritti al liceo è un bene?
E se il merito cominciasse a scuola? La domanda nasce dal boom di iscrizioni ai licei, dove il prossimo settembre si prepara a entrare il 55,6% degli studenti italiani(in una città come Milano le domande sono ancora di più). Ora varrebbe la pena confrontare questo numero con le ultime statistiche sulla disoccupazione giovanile, risalita al 31,9% in Italia, tra i livelli più alti in Europa. In un Paese come la Germania invece è al 6%. Poiché è la Germania il modello a cui il governo guarda per rilanciare l’occupazione, cercando di imitare il sistema di collocamento e formazione dei suoi Job Center, snodo fondamentale per far funzionare il reddito di cittadinanza, bisognerebbe ricordare che nel sistema scolastico tedesco solo un terzo degli studenti frequenta il Gymnasium, il liceo. A raccomandare l’iscrizione è la scuola e dipende dai voti alla fine della Grundschule (le elementari), che dura 4 anni. Per ottenere una raccomandazione per il Gymnasium, il bambino deve avere una media dei voti in matematica e in tedesco tra 2 e 2,5, a seconda del Land, sapendo che la scala di voti è invertita rispetto a quella italiana. In alcuni Länder la raccomandazione è vincolante, come in Sassonia e a Brema; in altri il bambino può sostenere un esame o una lezione di prova, se i genitori non accettano la raccomandazione. Alla fine gli iscritti al Gymnasium sono tra il 32 e il 33% della popolazione scolastica, gli altri entrano nella Realschule, simile ai nostri istituti tecnici, o nella Haupschule, la scuola professionale. Si obietterà che stabilire l’idoneità e le capacità di un bambino a 10 anni è troppo presto e ingiusto; perciò si potrebbe spostare la valutazione alla fine della scuola media, e renderla più vincolante. Di certo, un approccio meritocratico, guardando al mondo del lavoro, potrebbe essere utile.