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 2019  febbraio 03 Domenica calendario

RUOTOLO DI SCORTA - REVOCATA LA PROTEZIONE AL GIORNALISTA, PER L'EX MINISTRO ORLANDO ''INDAGAVA SULLO STAFF DI SALVINI, È CASUALE?''. IL GRILLINO MORRA: ''VA PROTETTO'', E CON LUI ALTRI DEL M5S - MA I TWITTAROLI SALVINIANI DICONO CHE CON IL CLAN ZAGARIA SGOMINATO, NON RISCHIA PIÙ. BEPPE GIULIETTI: ''LE CONDANNE A MORTE DELLA MAFIA NON HANNO UNA DATA DI SCADENZA'' -

Giuseppe Alberto Falci per il ''Corriere della Sera'' Il caso lo ha sollevato con un' interrogazione l' ex ministro della Giustizia Andrea Orlando (Pd). «Hanno tolto la scorta a Sandro Ruotolo, giornalista da sempre impegnato in inchieste sulle mafie» ha reso noto l' ex Guardasigilli, che ha subito avanzato un dubbio: Ruotolo è «anche il giornalista che si è occupato della "Bestia", il dispositivo propagandistico del ministro dell' Interno. Casualità?».

La notizia ha avuto come seguito una salva di critiche contro il ministero dell' Interno, a cominciare da esponenti di M5S, partner di governo di Salvini, a cui hanno fatto seguito le parole del presidente della Commissione Antimafia, Nicola Morra: «Si devono proteggere i giornalisti esposti, Sandro è uno di questi.

Nel rispetto del lavoro delle istituzioni preposte, io sto con Sandro». E dopo Morra diversi altri parlamentari pentastellati hanno fatto sentire la loro voce, fino alla presidente della Commissione Giustizia della Camera, Giulia Sarti. «I giornalisti impegnati contro le #mafie devono essere sempre protetti. Nessun passo indietro, bisogna far sentire a Sandro #Ruotolo che lo Stato è con lui». Così su Twitter la deputata del Movimento 5 Stelle Vittoria Baldino.

L' ex presidente del Senato Pietro Grasso ha sottolineato come le minacce del clan dei casalesi a Ruotolo «non hanno scadenza» e quindi il giornalista è in pericolo: concetto evidenziato anche da Roberto Saviano, da Giuseppe Antoci, sfuggito ad un agguato nel 2016, e dal testimone di Giustizia Luigi Coppola. In particolare Saviano, rivolgendosi al Viminale, ha chiesto: «Chi ha deciso ha tenuto conto della "lunga memoria" del clan dei casalesi? Sa che Michele Zagaria, che ha considerato Ruotolo suo nemico, non vuole collaborare con lo Stato e cova rancore?».

La Fnsi, il sindacato dei giornalisti, si è rivolto al premier Giuseppe Conte, chiedendo di rivedere la decisione: «Levargli la scorta sarebbe una scelta incomprensibile, pericolosa e lo metterebbe in condizione di non poter più proseguire nell' impegno di questi anni». Anche il presidente dell' Ordine nazionale dei giornalisti, Carlo Verna, è intervenuto sulla vicenda: «Saremmo felici se fossero cessate le esigenze di massima tutela per Sandro Ruotolo. Siamo invece molto preoccupati perché la decisione non appare supportata da valutazione ponderata. Una scelta del genere va spiegata con trasparenza perché la tutela di un giornalista fortemente esposto riguarda l' opinione pubblica e l' idea di Paese che il governo ha».



2. RUOTOLO, VORREI CONTINUARE A FARE GIORNALISTA,CERCARE VERITÀ  (ANSA) - "Io solo così so fare il giornalista. Stare sui territori, raccontare, intervistare, cercare la verità. Vorrei continuare a poterlo fare". E' l'ultimo messaggio scritto su Facebook da Sandro Ruotolo, il giornalista minacciato dalla camorra per le sue inchieste e a cui il ministero dell'Interno toglierà la scorta. In un precedente post il cronista ha ringraziato i cittadini che gli hanno mandato messaggi di affetto e solidarietà, e ha concluso così: "La mafia è una montagna di merda".

"Avevo deciso di non dire nulla per il rispetto che ho delle istituzioni - è la premessa - E non dirò nulla per le decisioni che riguardano la mia protezione. Ma una cosa voglio dirvi: vorrei ringraziarvi uno a uno per la marea d'affetto, di solidarietà, di stima che mi state dimostrando. E i messaggi che più mi colpiscono sono i vostri, quelli delle persone che incontro nel paese reale, che ho conosciuto nella mia lunga vita di cronista e della comunità con cui sto in contatto sui social media. Difenderò sempre la mia indipendenza che non vuol dire non aver un punto di vista, la mia autonomia, l'amore per il mio paese".



3.  LE SENTENZE DI MAFIA NON SCADONO Beppe Giulietti per www.ilfattoquotidiano.it

“Le sentenze di morte di Pasquale Zagaria e della mafia non hanno una data di scadenza”. Così Paolo Borrometi, giornalista costretto a una vita sotto scorta e presiedente di Articolo 21, ha commentato la possibilità che sia revocata la scorta a Sandro Ruotolo. La decisione sarebbe stata assunta dall’ufficio scorte del ministero degli Interni, dopo aver ricevuto una relazione della prefettura di Roma secondo la quale il cronista non avrebbe più minacce dal 2016.

La notizia è stata accolta da un’ondata di indignazione che ha coinvolto forze politiche di governo e di opposizione, le istituzioni dei giornalisti e, soprattutto, migliaia e migliaia di cittadine e di cittadini che hanno conosciuto Sandro nel suo impegno professionale e nella sua quotidiana azione per diffondere la cultura della legalità.

Sandro Ruotolo è stato costretto a una vita sotto scorta per le sue inchieste nel casertano, sul traffico dei rifiuti nocivi, sul ruolo dei Casalesi. Il boss Pasquale Zagaria ha più volte manifestato il desiderio di vendicarsi e di “scuoiarlo”. Le stesse minacce rivolte a Roberto Saviano, a Rosaria Capacchione, a Marilena Natale che domani, a Caserta, sarà in un’aula di un tribunale per testimoniare contro i suoi presunti aggressori.

Ruotolo, tuttavia, non è nel loro mirino solo per quella che ha scritto in passato, ma anche per le inchieste che continua a realizzare nel presente collaborando con il sito Fanpage, uno straordinario laboratorio di giornalismo investigativo. È stato lui a seguire le orme degli aggressori di Paolo Borrometi e a ricostruire la catena delle minacce dei traffici mafiosi a Pachino e dintorni. Nelle prossime ore, sempre su Fanpage, uscirà una sua inchiesta sul sequestro Cirillo: sulla trattativa tra Stato e camorra per arrivare alla liberazione dell’assessore democristiano e sul ruolo svolto dal clan Cutolo.

Si aggiunga a questo che Ruotolo ha accettato di diventare presidente dell’Unione cronisti della Campania, di rappresentare la Federazione della stampa e il coraggioso sindacato dei giornalisti campani nei territori più a rischio; di trasformarsi in “scorta mediatica” a disposizione dei tanti colleghi minacciati in Campania e non solo. Levargli la scorta significa anche ostacolare questo impegno, renderlo impossibile: impedire a Ruotolo di rimettere piede nelle zone dominate da mafie e camorra.

Ci auguriamo che quanti – soprattutto in sede politica – hanno trovato il modo di manifestare la loro solidarietà e il loro affetto a Ruotolo, vogliano ora far sentire la loro voce al ministero degli Interni e fermare una decisione sbagliata e pericolosa, anche perché “le minacce della mafia non hanno scadenza”.