Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2019  febbraio 03 Domenica calendario

Storia di una piccola ladra di libri

«Roald Dahl, Tolkien, Astrid Lindgren: leggevo tantissimo da bambina. Ancora prima, era mia madre in casa a leggere le storie per noi, lo faceva continuamente. Mi piaceva anche ascoltare gli audiolibri; lo faccio ancora». Lisa Aisato, 37 anni, è un’illustratrice norvegese molto amata (è stata candidata al premio Andersen e al premio Astrid Lindgren), che alla sua passione per la lettura ha dedicato – insieme allo scrittore, anche lui norvegese, Klaus Hagerup — La ragazza che voleva salvare i libri, ora in uscita per Rizzoli (sarà in libreria dal 12 febbraio). La paura di crescere, il potere salvifico della lettura, la perdita, il significato della pagina bianca, l’espediente del libro nel libro: nell’ultimo lavoro di Klaus Hagerup tradotto in Italia (lo scrittore è appena scomparso, lo scorso dicembre) ci sono tutte le tematiche più classiche della letteratura per ragazzi e non solo (basta pensare a Storia di una ladra di libri di Markus Zusak), alle quali Lisa Aisato dà corpo con le sue illustrazioni oniriche, che talvolta sfiorano la caricatura.Anna sta per compiere dieci anni e ha una folle paura di diventare grande: sogna addirittura di essere vecchia, appassire come una foglia in autunno e poi sgretolarsi e scomparire nel vento.Solo nei libri che legge in modo forsennato (“Leggeva la mattina prima di alzarsi. Leggeva la sera prima di andare a letto. Leggeva la sera dopo essere andata a letto”) trova conforto: “attraverso i libri si faceva centinaia di nuovi amici, e anche qualche nemico”. Perché “se qualcuno nel libro moriva, lei poteva ricominciare da capo. E così i morti ritornavano a essere vivi. Vivi esattamente come lei”. La sua storia inizia non a caso in biblioteca, dove Anna scopre con orrore che moltissimi libri stanno per andare distrutti.È questa la sorte dei volumi che nessuno prende in prestito. E così Anna inizierà a pensare a un modo per salvarli, perché “se i libri che nessuno leggeva venivano distrutti, morivano anche le persone dentro di loro” è il pensiero che angoscia la bambina mentre si trascina fino a casa una carriola carica di cinquanta tomi. Tra questi ce ne è uno che cambierà la vita ad Anna, e un po’ a tutta la cittadina in cui la bambina vive, mettendo a tacere una volta per tutte le sue paure.«Questo libro parla della vita, del destino: del tuo destino», racconta l’illustratrice, «la tua vita può essere eccitante, perché non sai mai cosa ti può succedere». È questo in fondo il significato della pagina bianca alla fine del libro, del finale aperto delle storie. “È così anche per me”, riconosce infatti Anna, “mica lo so cosa mi capiterà domani. Non posso essere spaventata da qualcosa che ancora non conosco”. «Un altro tema che si affronta qui è l’amore per la letteratura, e le diverse vite che si possono vivere attraverso i libri». L’espediente del libro nel libro è un’altra geniale trovata che ha illustri precedenti. Perché funziona così bene?«Questa è una bella domanda che andrebbe fatta all’autore», risponde con rammarico Lisa Aisato.La recente scomparsa di Klaus Hagerup è una ferita ancora aperta per lei. Nato nel 1946, Hagerup è stato il più famoso autore per ragazzi norvegese.Prima di dedicarsi alla letteratura, è stato drammaturgo, regista e attore: tra i suoi (tanti) libri tradotti anche in Italia celebre la serie di Olle Pappamolle (pubblicata da Salani). «Ho letto molti dei suoi libri quando ero bambina. Io e Klaus ci siamo incontrati tramite un amico comune quattro anni fa e lui mi ha chiesto se volevo illustrare il suo libro. Così mi ha dato il testo e io ho iniziato a illustrarlo. Ogni tanto gli mostravo parte del mio lavoro e lui ne era entusiasta, e ho continuato.Poi glielo mostravo di nuovo e a lui piaceva. È così che abbiamo lavorato insieme a questo libro».