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 2019  febbraio 03 Domenica calendario

Anche Saverio Raimondo sarà al Festival

Dopo i tira-e-molla con la Rai e la scoppiettante polemica social, una buona notizia: anche Saverio Raimondo, stand-up comedian, ospite fisso de Le parole della settimana su Rai 3, voce di Caterpillar di Radio 2, sarà a Sanremo. Ma, precisa, con un altro editore: «Ci andrò con Viacom. Farò da inviato per Comedy Central News (canale 128 di Sky) e confezioneremo contenuti digitali per i social e YouTube».
Dove pianterà la scrivania?
«Avrò una scrivania a tracolla. Sarò metà nano e metà scrivania: una specie di creatura mitologica, se vuole».
Cosa racconterete?
«Martedì inizieremo con il dramma della nave bloccata in alto mare con 117 super ospiti stranieri a bordo a cui è stato impedito di sbarcare».
Baglioni s’è detto contrario alla chiusura dei porti.
«Se la potevano giocare meglio, i nostri politici. Anziché insistere solo su quella frase potevano rivendicare questo Festival come il primo festival sovranista della storia».
Baglioni e soci hanno detto che eviteranno facili ironie sulla 69° edizione.
«Io invece ci sguazzerò. In questo Paese, dopotutto, non è mai facile fare ironia. E poi ci tenevo abbastanza a esserci».
Non sembrava così ovvio, dopo lo scambio che c’è stato tra lei e la Rai.
«Non considero la Rai responsabile del mancato contratto. È un’azienda molto grande, dove coesistono realtà molto diverse. Quello che è successo è circostanziato a un evento televisivo».
Crede che a questo Sanremo la satira avrà spazio?
«Non mi aspetto niente di sorprendente. Il contesto non è facile. E la satira è giusto farla nei contesti giusti: vetrine più piccole, non così grandi».
Dicono che Sanremo sia il ritratto del Paese.
«In un certo senso è il nostro Superbowl. Se c’è una cosa a cui Sanremo deve stare attento è la concorrenza delle elezioni politiche. Che sono la nostra notte degli Oscar. Se Sanremo si politicizza è per non morire».
Insomma, in Rai continuano a rimanere i partiti.
«Che la promessa di una Rai senza partiti sia stata disattesa è sotto gli occhi di tutti. Chi ci ha creduto è stato un fesso».
Ospiti che le piacerebbe intervistare a Sanremo?
«Il sosia di Pavarotti».
E perché?
«Ci pensi: sono almeno dieci anni che non somiglia più al vero Pavarotti. Un uomo che cerca di somigliare a un morto è la metafora perfetta del nostro Paese».
Nessun politico?
«Non credo, non li trovo divertenti. Vengono perché tu stia al loro gioco e non viceversa».
Dei cantanti in gara, invece, chi le interessa?
«Arisa e Loredana Bertè. Sono curioso di vedere cosa farà Simone Cristicchi, e guardo con particolare interesse Il Volo. Ma non per la musica».
E che interesse è?
«Mi fanno ridere come formazione. Mi sembrano una cosa creata ad hoc da un Paese estero. Agenti segreti infiltrati. La lirica, in quel contesto, sa un po’ di parodia». 
Chi crede vincerà?
«Dobbiamo considerare le ingerenze russe. Ci sono state sulle elezioni americane, sulla Brexit, sulle nostre elezioni... Vuole che non ci siano anche su Sanremo? Io sospetto che saranno tutte per Il Volo: ai russi piacciono molto, quei ragazzi».
Viste le tante polemiche sarà una Sanremo difficile?
«Di solito il 69 è un discreto preliminare, arrivi gasato. E non dubito che Sanremo avrà la 70° edizione, ma non so se ci arriverà l’Italia. Sanremo è più solido del Paese».