ItaliaOggi, 2 febbraio 2019
Diritto & Rovescio
L’Osservatore romano, organo della Santa sede, è, da sempre, un quotidiano austero e sorvegliato. Negli 11 anni che vanno dal 2007 al 2018 era stato diretto da un colto professore universitario scrupoloso e defilato come Giovanni Maria Vian che aveva peraltro introdotto nell’Osservatore caute innovazioni grafiche e di contenuti, allargando la rosa dei collaboratori. Da due mesi, Vian è stato sostituito da Andrea Monda di cui si sa poco. Pubblicista, con un passato di legale nell’esattoria comunale di Roma, Monda è uno stakanovista. È arrivato a scrivere e a firmare quattro suoi articoli al giorno. Alla tradizionale rubrica «Lettere al direttore» ha sostituito la sua «Lettere del direttore»: non sono più i lettori che si rivolgono a lui ma lui ai lettori. Parlando di un carcerato che aveva ucciso padre e madre, Monda ha raccontato che costui si «è reciso le mani colpevoli e si è presentato così, con le mani insanguinate, alle forze dell’ordine». Ma come portava le mani recise se se le era recise?