Libero, 3 febbraio 2019
L’uomo che insegna a vivere senza lavorare
Si sente il fruscìo dei sacchetti della spesa dall’altro capo del telefono. Francesco Narmenni, quando risponde, è appena uscito dal supermercato. Ha speso poco. Pochissimo. Ha soppesato ogni cosa, togliendo il superfluo dal carrello. Funziona sempre così per lui e la sua famiglia, che per mangiare in un mese non spendono più di duecento euro. Moglie, marito e due figli campano con 500 euro al mese ormai da 5 anni. Finito con la spesa, torna a casa. Attraversa le montagne del Trentino, dove abita da quando ha deciso di mollare il lavoro. Il tempo ora scorre lento. L’affanno degli impegni e la fretta delle strade di città si sono dissolti nel silenzio della montagna. Una vita alternativa a soli 40 anni. Che lavoro facevi Francesco? «Lavoravo in una grande azienda informatica. Avevo uno stipendio medio, circa 1500 euro al mese. Ma soprattutto ero assunto a tempo indeterminato». E a un certo punto hai mollato tutto? «Ero stanco di quella vita. Non avevo una casa fissa. Dovevo viaggiare in continuazione. Ho vissuto a Roma, Milano, Bologna. Mangiavo nei ristoranti, non mi fermavo mai. Volevo godermi il mio tempo ed essere libero». Quanti anni avevi? «Poco più di trenta. Ora ne ho quaranta e sono felicissimo di quella scelta». Ma come hai fatto? Dall’oggi al domani? «No. Naturalmente non è una scelta fatta a cuor leggero. I soldi danno una sicurezza e questo è innegabile. Ma ti rendono pure schiavo. Ho approfittato della nascita della mia prima figlia per prendermi un anno di congedo dal lavoro. Ho iniziato a eliminare tutto, spendendo sempre meno fino ad arrivare alla cifra di 500 euro al mese. Con il gruzzoletto di soldi che avevo messo da parte negli anni, ho comprato casa in Trentino e sono venuto a vivere con mia moglie, lontano da tutto». E i cinquecento euro da dove ti arrivano? «Quando ho lasciato il mio lavoro, ho aperto un blog (www.smetteredilavorare.it) e poi un canale youtube, dove spiego alle persone come fare a smettere di lavorare. Da qui provengono i miei pochi introiti. Oggi sono arrivato ad avere un milione di seguaci». Tutte persone stanche di lavorare? «Sì, incuriosite dal mio stile di vita. Mi chiedono consigli. Altri hanno già intrapreso una vita simile alla mia. Io spiego come ho fatto io, ma ci sono tanti altri modi e tante altre possibilità per liberarsi dall’oppressione del lavoro. Per esempio, per chi non può lasciare il lavoro, può chiedere un part-time e dedicare il resto del tempo ai propri hobby. Il mio obbiettivo è creare la più grande comunity di persone che hanno deciso di cambiare vita». Ma come si campa con così poco? «Risparmiando e rendendosi autosufficienti. Io coltivo la terra, ho degli orti, taglio la legna, faccio anche da solo il sapone con la cenere della legna e l’acqua bollita. Autoproduco tutto. D’estate coltiviamo le verdure, le congeliamo tutte in un freezer gigantesco e le consumiamo in inverno. La mia spesa è ridotta all’osso: uova, farina, poca carne e poco pesce». E con le bollette come fai? «Ho costruito un impianto per la produzione di energia elettrica, ho i pannelli per l’acqua calda, mi riscaldo con la legna che taglio nel bosco e illumino le parti buie della casa con dei tubi che portano la luce dal soffitto attraverso un sistema di specchi». Le spese “sanitarie”? Dentisti, oculisti, medici? «Fortunatamente in Trentino il dentista è gratuito fino ai 15 anni di età. Quindi per ora i miei figli sono a posto. Io e mia moglie conduciamo una vita sportiva, sana, poco stressante. Non ci ammaliamo mai. Poi non si sa mai. Noi però abbiamo imparato a vivere nel presente. Quel che accadrà, accadrà». Non vi concedete nessun lusso? «Vestiti, cene, viaggi. Non faccio nulla di tutto questo». Al cinema ci andate per esempio? «No, a meno che il biglietto non costi un euro. Mia moglie è un’esperta nel trovare occasioni». Sua moglie ha accettato questa tua scelta senza problemi? «È ancora più estremista di me. Immaginati una donna a cui non importa nulla dei bei vestiti, di truccarsi, di apparire. Una donna coi capelli bianchi, senza gioielli e fronzoli». E i tuoi figli non ti chiedono cose che non puoi permetterti? «Qualche tempo fa mia figlia di 7 anni mi ha chiesto una bici. Ovviamente non potevo permettermela. Così ho smanettato un po’ su internet. Ci sono una miriade di gruppi facebook, dove le persone si scambiano le cose gratuitamente. Esiste un mondo parallelo fatto di baratti, merce in saldo, acquisti solidali. In un gruppo ho trovato una bicicletta che poteva fare al caso di mia figlia. Sono andata a prendergliela, l’ho sistemata e ora ha una bici. Noi facciamo sempre così. Barattiamo, scambiamo merci e servizi, per ottenere gratis quello che ci serve». Non temi che crescendo,vedendo i loro coetanei, potrebbero desiderare altro... «Non ho questo timore perché tutte le persone che frequentiamo conducono una vita simile alla nostra». Ma un giorno potrebbero chiederti il motorino... «In quel caso mi ingegnerò per come fare. Quando non lavori, hai tanto tempo a disposizione e le soluzioni le trovi sempre». Durante il giorno cosa fai? «La mattina porto i bimbi a scuola, cucino, leggo, scrivo, mi dedico ai miei hobby. Poi i bambini tornano e riempiono la casa». Non ti manca nulla delle tua vita passata? «I rapporti sociali. Tutti lavorano e tu sei a casa. Di inverno soprattutto si è soli. D’estate posso fare grandi passeggiate con la mia famiglia in mezzo alla natura e non potrei chiedere nulla di meglio al mondo».