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 2019  febbraio 03 Domenica calendario

Alonso non esclude il ritorno. Intervista

«È stato bellissimo. È una gara che devi vincere subito, altrimenti rischi di non vincerla mai. Non ero ottimista. Invece la nostra Cadillac si è messa a far funzionare le gomme e siamo andati forte, soprattutto sul bagnato». 
Chi era in pista a Daytona per la 24 Ore racconta di aver visto andare forte soprattutto lui. Un’iradiddio. Fernando Alonso, da ex pilota di F1, non ha perso un grammo di talento, un filo di voglia, un millesimo di classe. Basta guardare la sua faccia illuminata dalla passione, i suoi occhi da ragazzo che nel combattimento gode, si ritrova: «Tensione, piacere, impegno: sono gli stessi sempre. Quando mancava poco al traguardo della 24 Ore di Le Mans, lo scorso anno, mi dicevo: sono pronto a dare indietro tutto, pur di arrivare in fondo davanti. Ho corso con i kart quest’inverno, era un divertimento ma sentivo dentro di me le stessa pulsione. Esattamente come accadeva in un Gp. È che sono un agonista nato. È la mia natura, il mio carattere, la mia vita». 
Due titoli mondiali (2005 e 2006), 24 Ore di Le Mans vinta lo scorso anno. Per un posto speciale nella storia, manca solo la 500 Miglia di Indianapolis... 
«Ho sfiorato il successo nel 2018, ci riprovo quest’anno. È una roulette: fortuna, contrattempi, incidenti. Molti hanno vinto quando pensavano di perdere e viceversa. Servono tempo e pazienza». 
Il Mondiale di F1 inizia il 17 marzo. Per la prima volta dopo 18 anni non sarà al via. Come se la caverà nel ruolo di spettatore? 
L’età non conta 
Schumacher ha corso fino a 43 anni: continui fino a quando qualcuno non va più forte di te 
«Guardi, la mia agenda dice che sarò in volo proprio in quelle ore, di ritorno da Sebring (dalla 1000 Miglia, un’altra classica di durata ndr). Mi pare una coincidenza fortunata. Comunque seguirò ogni tappa perché il vero amore resta quello. Nelle gare di durata sono visto come il pilota in prestito, è una questione di appartenenza». 
Quando fa i conti con il suo passato, trova più rimpianti o errori?
«Non guardo indietro. Mi sento molto fortunato, conosco piloti di talento che una F1 non l’hanno mai guidata, che non hanno avuto opportunità meritate, che hanno problemi di denaro. Poteva andare meglio? Forse. Sfortuna? Talvolta. Ho corso con squadre non competitive e ho commesso qualche sbaglio. Per esempio lasciare la McLaren nel 2007 o pensare che la Honda potesse competere meglio. Ho corso con la Ferrari e la Ferrari significa il massimo comunque. L’ho lasciata ma da allora i nostri bilanci sono simili, non siamo riusciti a vincere insieme così come da separati». 
Una dritta per gli appassionati: chi tenere d’occhio nel 2019? 
Leclerc 
È giovane, intelligente, ha talento 
Ci sentiamo, andiamo a sciare sulle stesse piste, non abbia fretta 
e controlli l’emozione 
«Io seguirò Kubica. La sua storia è straordinaria, sino a pochi mesi fa Robert sembrava aver perso ogni possibilità. Non ha nulla da perdere e io non perderò una sua mossa. Poi, Leclerc sulla Ferrari. È giovane, intelligente, ha talento. Sono curioso di vedere se il ciclo Mercedes finirà. Sento che il momento è vicino». 
Un consiglio per Leclerc? 
«Ci sentiamo, andiamo a sciare sulle stesse piste. Credo debba assecondare carattere e talento. Imparare a fare punti, ad aiutare la squadra, pensare che i Mondiali si decidono tra luglio e settembre. Non avere fretta e tenere sotto controllo l’eccitazione, l’emozione». 
Compiti per Mick Schumacher? 
Binotto 
Mattia ha dimostrato le sue doti di leader, ha in mano la gestione tecnica Farà di tutto per rendere la Ferrari più forte 
«Sopportare il peso di quel cognome e della propria storia. Imparare a camminare prima di correre. È difficile, lo so». 
Mattia Binotto team principal Ferrari: sorpreso? 
«Penso sia una buona cosa. Mattia ha dimostrato le sue doti di leader, ha in mano la gestione tecnica. Farà di tutto per rendere la Ferrari ancora più forte». 
In molti sono convinti che Alonso, al posto di Vettel avrebbe vinto il Mondiale 2018... 
Ferrari 
Niente rimpianti, 
da quando l’ho lasciata i nostri bilanci sono simili: nessuno dei due è riuscito a vincere 
«Sono discorsi troppo difficili. Chi è davanti, lotta per vincere e ha sempre tutto da perdere. E tutti sbagliamo. Forse ha perso punti importanti ma anche Hamilton li ha persi e comunque Vettel ha fatto molto meglio di Raikkonen, ha lottato sino alla fine, è un campione. Quando vinceva 4 titoli Mondiali tutti parlavano di lui come di un fenomeno e adesso accade lo stesso con Hamilton. La verità è che non è mai facile quando hai addosso attenzioni e tensioni così rilevanti». 
Si dice, si dirà: Alonso torna in F1. Ci pensa? 
«Ho sempre detto hasta luego, arrivederci. Ora ho una nuova sfida da affrontare con gli strumenti adatti per vincerla mentre in F1 non c’erano le condizioni per fare altrettanto. Non ho programmi per il 2020. Certo, vincere un terzo titolo sarebbe la gioia più grande». 
Ha 37 anni. È una consapevolezza che genera fretta?
«Ma no. Schumacher ha corso sino a 43 anni. Se ti senti forte non hai bisogno di guardare la tua data di scadenza. Corri. Sino a quando ti accorgi che qualcuno va più forte di te. È una cosa che può accadere a 25 come a 48. L’età non c’entra niente».