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 2019  febbraio 03 Domenica calendario

Serena Rossi nei panni di Mia Martini. Intervista

L’ha studiata, l’ha interpretata, l’ha anche vissuta, Mia Martini. Ma non le è bastato. Sul palco dell’Ariston, giovedì 7 febbraio – terza serata del Festival in cartellone dal 5 al 9 – l’ospite Serena Rossi vorrebbe fare qualcosa di più. Raccontare l’impatto che ha avuto su di lei la cantante calabrese quando ha accettato di raccontarne la vita con Io sono Mia, il film tv in onda su Rai1 il 12 febbraio. E poi denunciare la follia e l’inciviltà di chi per anni, anche a Sanremo, ha alimentato la diceria che faceva bisbigliare a tanti che lei portasse sfortuna. Iella. Sfiga. Di questo parliamo. Di un vile pettegolezzo che nel 1995 l’ha portata, di fatto, a morire a 47 anni. Sola e mortificata professionalmente. Napoletana, 33 anni, un figlio di 2, Serena Rossi è passata al Messaggero poco prima di partire per Sanremo. Una specie di fiume in piena.
Cosa farà giovedì?
«Sullo stesso palco dove Mia 30 anni fa presentò per la prima volta Almeno tu nell’universo, la ricanterò assieme a Baglioni».
E poi?
«Prima vorrei recitare un monologo scritto con i miei collaboratori. Ci tengo a far sapere a tutti quanto sono stata fortunata a incontrare una persona come lei e quanto è stato assurdo quello che è stata costretta a subire, anche all’Ariston. Spero me lo facciano fare».
Non è ancora in scaletta?
«Per me è importante farlo, gli autori mi hanno detto che lo valuteranno con attenzione. Sono fiduciosa. Baglioni e il suo gruppo di lavoro sono eccezionali».
Com’è arrivata a recitare in questo film?
«Nel 2015 ho fatto un provino, l’ho passato, ma poi si è bloccato tutto per tre anni. Avevo imitato Mia in tv a Tale e quale show e lì Luca Barbareschi, il produttore del film, mi aveva detto che se mai si fosse fatto, la protagonista sarei stata io. Non gli ho creduto, ovviamente. Invece lo scorso maggio sono stata convocata con un’altra attrice. Ed eccomi qui».
Chi era?
«Non si dice. Per certi aspetti mi piacerebbe, ma non si fa... Sa quante volte è successo a me di non farcela?».
Quante?
«Tante. Sono campionessa di porte in faccia».
Come si è preparata per Io sono Mia?
«Ho studiato come una matta. Ho visto filmati, ho ascoltato registrazioni di ogni tipo, ho preso lezioni di canto. E ho parlato con chi la conosceva».
Anche con Loredana Bertè?
«Avrei voluto, ma tanta gente, anche se lei ha collaborato alla sceneggiatura, mi ha detto di lasciar perdere. Non a caso quando lo scorso dicembre c’è stata la presentazione del film, ero terrorizzata. Con lei non si può mai sapere. Alla fine, invece, è stata fantastica. Mi ha fatto piangere per quante cose belle ha detto di me».
I consigli migliori da chi li ha avuti?
«Alessio Boni. Lui che ha interpretato Walter Chiari mi ha detto di non imitarla. Prendi due o tre cose di lei, poi fai tu. La devi sentire dentro. Aveva ragione».
Quanto tempo ha impiegato a uscire da un personaggio così coinvolgente?
«Tanto. Davide, il mio compagno, un mese dopo la fine delle riprese mi ha detto: Allora, quando la lasci andare?. Per almeno sei mesi fra preparazione e set, sono stata lei».
Con la voce come ha fatto?
«Doppio Mary Poppins e canto i personaggi dei film Disney: ho una voce molto chiara mentre lei dopo l’intervento alle corde vocali ce l’aveva bellissima ma graffiata... Tutta un’altra cosa. Ho provato a sporcarla un po’, ma ho puntato anche sulla fisicità: spesso mi sono ritrovata con le unghie che mi facevano sanguinare il palmo delle mani».
Il regalo più importante che ha ricevuto da questa esperienza?
«Non avere pregiudizi».
Quello che lei esercita piu spesso qual è?
«Oddio. Forse verso chi rinnega se stesso. Non mi fido di gente che cambia fino a questo punto».
Suo padre è un chitarrista, sua mamma una cantante, sua nonna si esibiva ai matrimoni, suo nonno scriveva canzoni per Mario Merola: una carriera come la sua ha avuto il tempo di sognarla o è stato tutto in qualche modo inevitabile?
«Ho sempre cantato, sono cresciuta con il Canta tu, il karaoke di Fiorello, anche se non ho mai studiato musica né recitazione. Con mio padre ogni fine settimana mi davo da fare alle feste per battesimi, compleanni e matrimoni, poi dai 17 anni in poi ho fatto un musical, Scugnizzi, un film, Rosa furia, e tv con Un posto al sole. Non mi sono più fermata. Le cose mi capitano così, se le voglio non le ottengo mai».
Faccia un esempio.
«L’anno scorso avrei voluto fare il giudice di X Factor. Mi sono proposta, ho fatto il provino, hanno preso un’altra».
Si sente più attrice, cantante, o altro?
«Sono un’attrice che sa cantare. Però mi piace far tutto, anche tv. Perché limitarsi?».
Parteciperebbe a Sanremo in gara?
«No. Il Festival è per cantanti e basta. Però vorrei presentarlo con Fiorello».
Con chi le piacerebbe cantare quest’anno?
«Daniele Silvestri e Loredana Bertè. Gli altri non è che li conosco proprio tutti...».
Faccio qualche nome? Ex-Otago, Achille Lauro, Einar, Irama, Ghemon, Motta, Zen Circus...
«Questi. Che ignorante... Non è che si arrabbiano?».
Finora ha raccolto il giusto?
«Adesso c’è tanta gente che si sta accorgendo di me. Credo di aver seminato bene». 
Il suo peggior difetto?
«Sono permalosa. Mi offendo spesso». 
L’ultima volta che le è capitato?
«Ieri. Con Davide e mia sorella Ilaria, che sono troppo sinceri con me anche se alla fine li ascolto».
Dove vuole arrivare?
«Non lo so. Credo che per ognuno di noi ci sia scritto da qualche parte quello che deve essere. Mi affido al caso. E mi sembra di saper scegliere. Finora è andata bene».
C’è qualcosa che la ossessiona?
«Cercare di essere sempre perfetta. Se cado e sbaglio non me la perdono. È tutta insicurezza...».
È vero che ha avuto problemi seri di alimentazione?
«Tempo fa mi dicevano che per certi ruoli ero troppo paffutella. E mi sono messa a dieta. Ho perso dieci chili e non pensavo ad altro. Se sgarravo, mi punivo. Stava diventando un problema serio. Così mi sono fatta aiutare dai medici. Adesso ho capito: sono mediterranea, amo mangiare, mi tengo le curve».
L’equivoco più ricorrente sul suo conto?
«Che sono sempre allegra, pronta a far tutto. Non è sempre così. Sono un po’ rompipalle».
Si capisce subito che è così?
«Certo che no. Voglio essere adorata, io. Come Stefania Sandrelli. Come tutte».