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 2019  febbraio 02 Sabato calendario

Per 3 italiani su 4 serve l’eutanasia

C’è da chiedersi come sia possibile, in Italia, che su un tema come l’eutanasia – mica poco – in soli tre anni i favorevoli possano esser passati dal 55,2 per cento (2015) al 59,9 per cento (2016) sino al clamoroso 73,4 per cento di oggi, come registrato dal «Rapporto Italia» di Eurispes che è un istituto piuttosto serio. C’è da chiederselo, ma c’è anche da rispondersi: è da molti anni che sondaggi un po’ snobbati, o riferiti a singoli casi di cronaca, preannunciano percentuali a margine delle quali, ogni volta, qualche politico baciapile estraeva dati alternativi o urlava al nazismo in qualche talkshow: questo prima di sentenziare che «il problema non è nell’agenda del governo» (qualsiasi governo) come se la vita e la morte non lo fossero ogni giorno, come se centinaia di migliaia di italiani intanto non avessero dovuto fronteggiare il problema del fine-vita di familiari o amici, questo mentre l’opinione pubblica ancora ricorda il caso Welby o il caso Englaro – che fu un’autentica bomba atomica – o più di recente il caso di Dj Fabo, morto suicida in Svizzera grazie all’aiuto della benemerita Associazione Coscioni e di Marco Cappato. Sono questioni che «non spostano voti», hanno sempre ripetuto soprattutto a destra e un po’ meno a sinistra, meritevole, quest’ultima, d’aver almeno approvato una legge sulle Dichiarazioni anticipate di trattamento (il testamento biologico) di cui in Europa ormai sono sprovvisti solo l’Irlanda e il Vaticano. Sta di fatto che la competenza di destra e sinistra su ciò che sposta voti le ha ridotte come sappiamo. Sta pure di fatto, per fare un esempio a caso, che sul testamento biologico – e Legge 194, coppie di fatto, divorzio breve, laicità dello Stato – il nostro centrodestra additava «la sinistra» perché su certi temi la pensava in maniera difforme dal Vaticano, ma a pensarla diversa dal Vaticano e dal centrodestra erano intanto anche la maggioranza degli italiani. Ora? Nella Lega c’è di tutto, oscurantisti da medioevo compresi, mentre tra i Cinque Stelle come al solito non si sa. E dire che un aumento dei favorevoli all’eutanasia, coi grillini al governo, dovrebbe essere normale. Battutaccia.Ma torniamo all’eutanasia intesa come fantasma di ogni agenda politica. Oltre ai dati di Eurispes, una recente indagine dell’Osservatorio sul Nord Est, curato da Demos per Il Gazzettino, spiega che, anche nelle zone in cui è più forte l’elettorato leghista, il 62 per cento degli intervistati si dichiara addirittura «moltissimo o molto d’accordo» con la legalizzazione dell’eutanasia quando una persona abbia una malattia incurabile e viva con gravi sofferenze. Lo ricordava, ieri, il radicale Marco Cappato che è anche presidente dell’associazione Luca Coscioni e ancora, nel 2013, presentò una proposta di legge di iniziativa popolare con 130mila firme. Ma non ci sono solo le percentuali e le firme o ancora i congiunti dei circa mille malati – secondo le stime – che ogni anno si costringono a cercare il suicidio per l’impossibilità di ricorrere all’eutanasia; c’è anche una chiara indicazione della Corte Costituzionale circa la necessità che il Parlamento legiferi sull’aiuto al suicidio. Il 24 ottobre scorso – lo ricordiamo non tanto ai lettori, ma al Parlamento – la Consulta ha sentenziato che «L’attuale assetto normativo concernente il fine vita lascia prive di adeguata tutela determinate situazioni costituzionalmente meritevoli di protezione e da bilanciare con altri beni costituzionalmente rilevanti», ha scritto, e quindi, «per consentire in primo luogo al Parlamento di intervenire con un’appropriata disciplina», la Corte ha parlato di una generica scadenza di un anno corrispondente appunto al 24 ottobre 2019. In altre parole, la Consulta – a margine del processo a Marco Cappato che accompagnò dj Fabo in Svizzera per un suicidio assistito – ha fatto il proprio lavoro e ha dato un indirizzo importante a un Parlamento che però sia un Parlamento, e faccia il suo. Lo farà? Per ora sia Matteo Salvini che Luigi Di Maio hanno fatto i pesci in barile, pur occupandosi anche di faccende meno importanti. E il premier virtuale Giuseppe Conte?
A parte la consistenza ectoplasmatica, va ricordato che costui si è costituito parte civile contro Cappato, magari – voci di corridoio – su sollecitazione di un Capo dello Stato a cui il Vaticano ha praticamente lasciato le chiavi di casa. Dunque il rapporto Eurispes, i sondaggi sugli italiani favorevoli, le casistiche non ufficiali sull’eutanasia praticata ogni giorno in segreto, lo studio del Gazzettino, le 130mila firme della legge d’iniziativa popolare depositata, l’appello di Giorgio Napolitano quand’era Capo dello Stato, l’appello dei senatori a vita, quello dei 90 sindaci e dei 2 presidenti di Regione, quello del Collegio Italiano dei Chirurghi, e ancora le esortazioni di tutti i livelli della Magistratura, del Consiglio superiore di sanità, della Corte Costituzionale, persino di qualche politico... Che altro si dovrebbe fare, per ottenere finalmente una legge sull’eutanasia anche in Italia, visto che c’è in tutto l’Occidente?