Corriere della Sera, 2 febbraio 2019
Il bimbo nato sul sagrato sotto la neve
Questa è una storia d’altri tempi, con personaggi d’altri tempi. I genitori di Agostino non sono tipi da social network, nemmeno da microfoni puntati. È anche una storia a lieto fine, vero. Ma loro restano convinti che la nascita del loro terzogenito sia un fatto privato, anche se è successo sul sagrato della chiesa, mentre le sirene dell’ambulanza interrompevano le preghiere del mattino di don Cesare Micheletti e l’Edwige Musitelli dello storico negozio d’elettricista, con un gruppetto d’altre donne, era indecisa se avvicinarsi o assistere in disparte al lieto evento: Agostino nato sotto la neve con il papà che s’improvvisa ostetrico. Invece della sala parto, una station wagon.
Val Brembilla fa 4.500 abitanti, 10 frazioni e 141 contrade. È un ramo della Val Brembana. Non montagna, ma le strade, ieri, alle 7, erano impraticabili e i fiocchi fitti. Agostino ha due sorelline di 2 e 4 anni. Ancora non lo sa che la sua casa sta in cima a una salita ripidissima. Tornante, rettilineo, tornante. Quando arrivano le doglie, i genitori partono in auto per raggiungere l’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, a venti chilometri. Normalmente ci si mette mezz’ora, ma la neve rallenta il viaggio e, comunque, il piccino ha troppa fretta. Fanno giusto in tempo a imboccare la strada principale e le contrazioni aumentano. E aumentano. Così, quando all’orizzonte spunta il campanile, il padre sterza verso la via a fondo chiuso fra la parrocchia e il municipio, l’asilo e il negozio di elettricista. Si ferma e impugna il telefonino. «Ci ha chiamato una prima volta e ci ha spiegato che la moglie aveva la sensazione di parto imminente – racconta Raniero Rizzini, coordinatore della centrale del 118 di Bergamo —. L’operatrice ha colto subito la situazione, ha attivato i soccorsi e ha passato la chiamata a un infermiere, che ha spiegato alla signora di rimanere seduta al caldo in attesa dell’ambulanza».
Niente da fare. Scalpita, Agostino. Pochi minuti dopo arriva la seconda telefonata, quella che si trasforma in un parto teleguidato. Non capita spesso che un bebè sia così impaziente. Destino, all’infermiere di turno era successo neanche un mese fa, sempre in Bergamasca e sempre per un maschietto. «Il padre ha seguito le sue indicazioni – prosegue Rizzini —. Si è assicurato che il cordone ombelicale non stringesse il collo o altre parti del corpo e che il bambino rimanesse al caldo, a contatto con la mamma. Da come ce lo ha descritto era bello reattivo e non mostrava segni di sofferenza». Così l’ha trovato l’equipe, che lo ha poi accompagnato con la mamma in ospedale. Papà no, vista la neve, ha pensato bene di fare retromarcia. A metà pomeriggio si affaccia sul viale del giardino solo per chiarire che preferisce non raccontare. «Si è svolto tutto in maniera tranquilla», riassume il responsabile dei soccorsi. Su Facebook l’amministrazione dà il benvenuto al neonato con gli auguri e un fiocco azzurro. «Ci ha fatto un regalo – dice il sindaco Damiano Zambelli —, è il primo bimbo nato qui da quando è stato costituito il nostro Comune». Gerosa faceva 300 abitanti, Brembilla poco più di 4.000, la fusione è stata ufficializzata il 4 febbraio di cinque anni fa: «Come minimo ci aspettiamo un futuro sindaco», scherza Zambelli. Nell’attesa, il piccolo Agostino ha portato un po’ di magia in una giornata di neve.