Il Sole 24 Ore, 2 febbraio 2019
Veto del M5s sulla Maglie. Il contratto di Bruno Vespa
Scintille nella maggioranza di governo sulla scelta di affidare a Maria Giovanna Maglie la striscia informativa di Rai 1 subito dopo il Tg1 delle 20, in quella che fu la posizione del Fatto di Enzo Biagi.
A spingere per lo stop è il M5S che attraverso fonti parlamentari citate dalle agenzie di stampa in mattinata ha bollato il profilo della 66enne giornalista veneziana – in passato firma dell’Unità e del Tg2, anche come corrispondente da New York – come «fortemente legato al vecchio sistema» e inadatto a «una Rai meritocratica». Altro tema che ha fatto puntare l’indice contro la giornalista è una vicenda di spese pazze dalla sede di corrispondenza di New York che però, come ha ricordato la stessa Maglie – che si è detta «sorpresa» e che ha puntualizzato come nulla sia deciso – sono state archiviate. Al niet del M5S con la definizione di «raccomandata» ha fatto seguito però il placet della Lega che, per bocca del capogruppo in Vigilanza Paolo Tiramani, parla di una «scelta giusta per dare agli italiani un prodotto indipendente». Di scontro «indecente» ha parlato Michele Anzaldi (Pd).
Certo è che a fare da detonatore nella maggioranza è una Rai che ribolle. La vicenda Maglie, innescata anche da un tweet del segretario dell’Usigrai Vittorio Di Trapani che l’ha definita «non iscritta all’Ordine da tre anni» è solo uno dei temi. Agcom ieri ha inviato una lettera di contestazione per la trasmissione “Povera Patria” su Rai 2 e la puntata sul signoraggio. Bacchettata anche dal presidente dell’Agcom Angelo Cardani che ha parlato di «assoluta urgenza di ripristinare il pluralismo attraverso confronti in contraddittorio anche tra leader politici, e non soltanto tra giornalisti d’area». In questo quadro arrivano poi le indiscrezioni sul contratto di Bruno Vespa. È stata rinviata a marzo l’opzione per il rinnovo del contratto. «Rinvio concorde» ha precisato il giornalista. Ma nel M5S c’è chi, come Maria Laura Paxia, non ha atteso per plaudere alla revisione con l’augurio di «ridiscutere» anche altri compensi.