La Stampa, 1 febbraio 2019
La dittatura dei post it
«Di post it su cui sta scritto che devi assolutamente passare in lavanderia si può morire». Parola di Elizabeth Emens, autrice del libro appena uscito negli States (e già diventato un best sellers) The art of life admin. Manuale per sopravvivere alla morsa oscura delle piccole faccende da sbrigare ogni giorno che saturano il promemoria degli smartphone e obnubilano la freschezza della vita. «Ho rischiato di non scrivere questo libro proprio a causa del suo soggetto - confessa la scrittrice, madre di due bambine e docente di diritto alla Columbia University - è il peso soffocante della banale gestione della vita».
Nessuno ci aveva mai provato prima a inchiodare alle proprie responsabilità il «murky admin». Quell’oscuro compito di amministrazione quotidiana scandito da impegni banali e di piccolo cabotaggio, che si pagano con la stessa nobile moneta destinata allo studio o all’educazione dei propri figli: il tempo. «La gestione della vita è la somma di tutte le piccole cose insensate e irritanti che non riguardano nè il lavoro retribuito, né le pulizie della casa , né la cura dei propri bambini» chiarisce la scrittrice. Eppure «sono uno degli aspetti inevitabili dell’esistenza del XXI secolo».
Dalle scartoffie legate all’organizzazione di grandi o piccoli eventi (un trasloco, un lutto, un cambio di residenza) alla banalità delle operazioni bancarie on line, al tempo trascorso a cercare di ricordarsi password che credevamo di avere trascritto. Piccole, ma numerose incombenze che pesano come una zavorra sulla qualità della vita perché ne occupano «manu militari» una bella fetta, e in 70 casi su 100 - Elizabeth Emens ha realizzato oltre cento interviste per tracciare l’identikit della «vittima» della gestione quotidiana della vita - si tratta di donne.
Un problema femminile
Perchè sono donne le componenti del gruppo WhatsApp dell’asilo, sono donne quelle che vanno all’anagrafe, alla motorizzazione, a pagare una bolletta, in tintoria, dal sarto, in farmacia o al supermercato per comprare gli integratori che servono al marito o fare la spesa non dimenticando le marche preferite di tutti i componenti familiari. Motivo? Se non lavorano hanno più tempo, se lavorano hanno un lavoro che il coniuge ritiene «meno pesante e più flessibile» quindi in grado di arricchirsi di compiti extra. Si tratta di una gestione invisibile che a detta di Emens «non pesa sul matrimonio o sulla relazione: ma è la substantia dei medesimi».
Il lavoro ombra
Alla lista delle piccole incombenze quotidiane, che la scrittrice definisce nè più nè meno come un problema sociale, si aggiunge quel «lavoro ombra» di cui non ci rendiamo conto, perché svolgiamo il compito di addetti scomparsi per il cambiamento dell’organizzazione del lavoro, dal cassiere che ti faceva il conto al supermercato al benzinaio che fa il pieno e lava il parabrezza, l’agenzia di viaggio che organizza la vacanza estiva. Individuato il malanno Emens passa alla cura. Attenzione, però, tutti i consigli sono condannati all’inutilità se non si è disponibili a un cambio totale di mentalità. Prima di tutto bisogna smettere di pensare che qualche piccola incombenza quotidiana sia davvero urgente. «Si deve imparare a rimandare in modo strategico: molte cose si risolvono da sole oppure, nel caso si abbia un compagno, dopo qualche tempo può convincersi ad agire al posto nostro». Un esempio? Pensare che, dopo la nascita di un figlio, sia davvero urgente «comprare un nuovo bidone per i pannolini» è sbagliato. Bisogna agire con senso delle priorità. E usare il ritardo strategico, perché alla fine alcune cose vanno a posto da sole. «Può sembrare strano, ma mi sono resa conto che avevo definito compiti urgenti cose che non sono diventate un’emergenza neppure dopo mesi».
Delegare
Altra buona strategia per non perdere tempo: trovare il modo per far finire rapidamente le mail, ad esempio mandare mail chiuse con la sigla «No Need to Reply», NNR, in questo modo si salverà anche il tempo degli altri che in futuro, magari, restituiranno il favore. Smettere di fare l’elenco delle cose urgenti, se sono urgenti si faranno ricordare anche senza post it (e nel libro c’è posto anche per la battuta: «ci sono eccezioni, come per esempio la visita di controllo da dentista, che è meglio non diventi urgente»), e poi uscite quanto prima dai gruppi WhatsApp. Anche in questo caso, se succede qualcosa di davvero importante si viene avvertiti, senza essere trascinati nel gorgo del chiacchiericcio fine a se stesso. Inoltre provate a dire ai figli in età scolare: «Mamma ha da fare, cercatelo da solo su Google». Infine - come si legge in un altro fondamentale libro sulla gestione del proprio tempo, Drop the ball di Tiffany Dufu, mollare la palla. Magari per tre giorni o una settimana, come se fossimo a letto per l’influenza. (Va da sé che questa settimana di ozio obbligatorio va riempita con massaggi, libri, film e coccole per l’anima).