la Repubblica, 1 febbraio 2019
Stock 84 torna in Italia
Uno storico marchio italiano dei superalcolici (Stock) acquista una distilleria bresciana, il ramo d’azienda “Spirits” di un’impresa familiare con oltre un secolo di vita. Avrebbe tutta l’aria di una classica operazione di consolidamento, tutta italiana, l’unione che fa la forza per meglio competere nel grande mercato europeo, e non soltanto. Ma la storia è più complicata di così, perché lo storico marchio italiano dei liquori, italiano non è più dalla metà degli anni 90, cioè da quando la Stock Italia (fondata a Trieste da Lionello Stock nel 1884) fu venduta ai tedeschi della Eckes. I quali a loro volta ne trasferirono la proprietà (una dozzina di anni più tardi) a un fondo internazionale, Oaktree Capital Management.
Insomma lo Stock 84, il marchio che suona così familiare agli anziani frequentatori degli stadi di calcio e a tutti gli sportivi che, nell’era geologica prima delle pay tv, aspettavano “Tutto il calcio minuto per minuto” per ascoltare in diretta radio i secondi tempi delle partite di campionato, non è più italiano da un pezzo. L’azienda, riorganizzata e fusa con altri rami del gruppo tedesco e altri marchi frutto di acquisizioni in giro per l’Europa, dopo un tentativo, abortito, di rilocalizzazione in Italia e il successivo, definitivo trasloco in Repubblica Ceca, è stata quotata alla Borsa di Londra nell’ottobre del 2013 e il suo azionariato oggi risulta frazionato tra una decina di fondi internazionali che controllano quote tra il 3 e il 10% del capitale: Western Gate, M&G e BlackRock quelli con le quote più rilevanti.
Il baricentro industriale è sempre nell’Europa dell’Est, in particolare Polonia e Repubblica Ceca, dove il gruppo Stock Spirits mette insieme oltre tre quarti del suo fatturato, complessivamente pari a 274 milioni a fine 2017 e 193 nei primi nove mesi dello scorso anno, con profitti per quasi 20 milioni. L’Italia, dove oltre allo Stock 84 il gruppo commercializza i marchi “pop” Limoncé e Keglevich, fin qui valeva meno del 10% del fatturato. Probabilmente proprio per ripiantare in Italia anche un pilastro industriale e produttivo, Stock Spirits ha progettato l’acquisizione delle Distillerie Franciacorta della famiglia Gozio: poco più di 26 milioni pagati per un’azienda che copre circa l’8% della produzione nazionale di grappe e fattura poco meno di 10 milioni. «Noi non avevamo mai pensato di vendere – raccontano Anna e Stefano Gozio, quarta generazione della famiglia imprenditoriale bresciana – ma quando Stock ci ha contattato abbiamo valutato con favore l’opportunità di appoggiarci a un grande gruppo internazionale per assecondare la crescita dei nostri marchi». I Gozio hanno assicurato al management Stock la collaborazione della famiglia per altri quattro anni. E nel frattempo concentreranno le risorse sulle altre loro attività: i vini (Cantina Castello di Gussago) e le creme per l’industria dolciaria. «Non stiamo uscendo di scena, continuiamo a fare gli imprenditori», garantiscono i Gozio. L’operazione «è il primo passo di un progetto a lungo termine per far crescere la presenza di Stock in Italia», annuncia Michael Kennedy, l’amministratore delegato. Non è il ritorno a casa, ma forse quantomeno un piccolo segno di nostalgia.