Avvenire, 1 febbraio 2019
La Messa in sardo
Due gli obiettivi dei vescovi isolani per risolvere in modo definitivo il problema del rapporto fra liturgia e lingua sarda: dotarsi inizialmente di una serie di “Messe-tipo” in limba e tradurre la Bibbia con criteri scientifici, cioè guardando alle lingue originali (ebraico e greco) e non sulle traduzioniitaliane. Il primo obiettivo può dirsi raggiunto. La scorso 11 dicembre la Conferenza episcopale della Sardegna ha ricevuto i “moduli” di celebrazione richiesti per la preventiva approvazione, sempre in via sperimentale, di alcune liturgie eucaristiche, compresa anche quella del matrimonio, particolarmente attesa in tutte le diocesi da coppie che hanno deciso di optare per il rito in lingua sarda. Attualmente nella Messa in sardo, autorizzata di volta in volta dai vescovi, la preghiera eucaristica resta ancora proclamata in lingua italiana.
Nelle mani dei presuli la commissione di esperti – coordinata da don Antonio Pinna, professore emerito di Sacra Scrittura nella Facoltà Teologica della Sardegna – ha consegnato dodici moduli: uno per le Messe quotidiane; uno con testi per una celebrazione di importanza civile (es. Sa Die de Sa Sardigna); due moduli a tema cristologico: in pratica sono i testi della not- te di Natale e dell’Epifania; uno per le festività della Madonna; due per il matrimonio da adattarsi alle diverse circostanze; due Messe per i defunti; uno ciascuno per i patroni martiri, confessori e apostoli.
Ai vescovi gli esperti hanno consegnato i testi in sardo raffrontati con quelli originali latini, greci o ebraici, con due colonne corrispondenti alle parlate del centro-sud e del centro-nord della Sardegna. Tempi più lunghi di traduzione hanno richiesto i moduli della Messa “ordinaria”, con tre canoni e nove prefazi, e i moduli per il matrimonio (46 pagine) e i defunti (64 pagine), divisi in due parti: rito e lezionario, per potersi adattare alle diverse circostanze.
«Attenzione particolare – dice don Antonio Pinna – è stata data alla traduzione dei Salmi, in modo da averne una più attenta al modo ritmato del canto sardo». I vescovi, risolto il problema della Messa in limba, per adesso solamente “ad experimentum”, daranno mandato alla Pontificia Facoltà teologica della Sardegna di tradurre la Bibbia. «In quanto seria operazione culturale, questa traduzione potrà essere pensata – aggiunge don Pinna – anche come prima tappa di quella “evangelizzazione inculturata” coerente con l’annuncio di un Gesù Figlio di Dio e Figlio dell’uomo, di Nazaret ma anche, infine, nostro contemporaneo».