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 2019  gennaio 31 Giovedì calendario

Italia strategica per l’Alzheimner

Basilea
«È vero, in Italia non abbiamo siti produttivi. Però facciamo innovazione in partnership con centinaia di centri di ricerca. Soprattutto, l’Italia è essenziale per i trial, cioè le sperimentazioni cliniche». 
Per Severin Schwan, Ceo della multinazionale farmaceutica svizzera Roche – che ieri a Basilea ha presentato il quadro finanziario 2018 con un utile netto in impennata del 23% rispetto all’anno prima (9,5 miliardi di euro) – il fatto che il fatturato italiano sia in controtendenza, cioè in calo del 9%, non è particolarmente preoccupante. Perché Roche in Italia conferma un portafoglio di investimenti per 40 milioni di euro l’anno, tutti orientati alle terapie geniche personalizzate per gli interventi precoci sulle malattie neurodegenerative e oncologiche: dall’Alzheimer alla Sma, dalla distrofia, all’emofilia sino ai segmenti di nicchia del comparto oncologico. 
Tuttavia, è stato un anno di transizione quello di Roche Italia, in flessione a causa dei biosimilari (gli equivalenti generici dei biofarmaci) entrati l’anno scorso sul mercato che hanno portato, nel 2018, a un fatturato complessivo di 867 milioni di euro, ridimensionato rispetto ai 957 milioni di euro del 2017. Nello specifico, rispetto all’anno precedente il mercato continua a crescere negli Usa (+13%), registra un lieve calo in Europa (-4%) ma si allarga al Giappone e al resto del mondo.
A pesare sul bilancio italiano anche il “rinnovamento del portfolio con i lanci di quattro prodotti ad alto grado di innovazione”, ha spiegato il presidente e amministratore delegato di Roche Italia, Maurizio de Cicco. Si tratterebbe, dunque, solo di un anno di “transizione” e si scommette sul “successo di due molecole per combattere alcune forme di tumore del polmone, di quello che potrebbe essere il primo farmaco indicato nella sclerosi multipla primariamente progressiva e di un trattamento considerato di svolta nell’ambito dell’emofilia. E sul loro buon esito l’Italia ha contribuito portando avanti la ricerca clinica, soprattutto in collaborazione con i centri ospedalieri della Lombardia e del Lazio.
Solo nel 2018 grazie alla collaborazione con oltre 230 centri di ricerca, Roche spa – ha spiegato de Cicco – ha registrato 223 studi clinici, di cui hanno beneficiato 10.776 pazienti che hanno intrapreso un percorso di cure all’avanguardia senza alcun costo a carico delle famiglie o del Servizio Sanitario Nazionale. 
Tra le aree di maggior impegno si conferma l’oncologia, con 27 molecole in studio, e il Sistema Nervoso Centrale con il coinvolgimento di circa 60 centri per lo sviluppo di 27 studi clinici. Gli studi in quest’area in particolare hanno l’obiettivo di intervenire precocemente su gravi disturbi neurologici, con terapie personalizzate: le malattie del sistema nervoso centrale – come l’Alzheimer, la Sma (Atrofia midollare spinale), l’Huntington, la distrofia muscolare di Duchenne o l’autismo – possono colpire le persone in ogni fase della vita. È di due giorni fa la notizia, diffusa dalla stessa Roche, dello stop a due studi, ormai in fase avanzata, di una molecola risultata inefficace proprio contro l’Alzheimer. Mentre i trial su un’altra molecola, il Gantenerumab, proseguono, anche e soprattutto in Italia. 
«L’anno appena iniziato – ha spiegato de Cicco – sarà anche cruciale per il percorso di revisione della gestione della spesa farmaceutica e la semplificazione del meccanismo del payback ospedaliero, che dovrà tenere conto del bilanciamento dei tetti tra spesa farmaceutica ospedaliera, dove l’innovazione gioca un ruolo chiave, e territoriale». 
Sulla performance non brillante dell’Italia, ha aggiunto il Ceo di Roche, Severin Schwan, pesa anche il fatto che nel nostro Paese, «l’iter burocratico di adozione di un farmaco è particolarmente lungo e complesso». I prezzi non sono negoziati, ad esempio. con un solo ente nazionale ma entrano in gioco le singole Regioni. Ciò allunga inevitabilmente l’effettiva messa in commercio. 
Proprio per potenziare le sue attività di personalizzazione molecolare degli effetti dei farmaci, l’anno scorso Roche ha acquisito la società di profilazione genetica Foundation Medicine, Inc, per circa 3 miliardi di franchi, e la società Flatiron Health, Inc, specializzata nei dati oncologici. 
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Laura Cavestri