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 2019  gennaio 31 Giovedì calendario

CON UN OCCHIO DI BLANGIARDO - CHI È IL PRESIDENTE DESIGNATO DELL'ISTAT, PROFESSORE ORDINARIO DI DEMOGRAFIA ALLA BICOCCA, TRA POLEMICHE SULL'ABORTO, L'IMMIGRAZIONE ED EDITORIALI SUL GIORNALE SALVINIANO ''IL POPULISTA'' - FANNO RIDERE LE POLEMICHE DEL PD, VISTO CHE È IL PROFILO SPECULARE DI TITO BOERI, COLLABORATORE DI ''REPUBBLICA'', FRATELLO DI CANDIDATO PD E DA ALCUNI LANCIATO COME SEGRETARIO DEM QUANDO ANCORA GUIDAVA L'ISTITUTO -

 (ANSA) - C'è il lasciapassare del Parlamento alla nomina di Gian Carlo Blangiardo a presidente dell'Istat. Demografo, professore ordinario all'università Bicocca di Milano, classe 1948, Blangiardo attendeva da mesi il via libera politico. Il suo nome infatti circolava da quest'estate. Sono passati così mesi, tra 'stop and go' e polemiche sulla sua vicinanza alla Lega. E ancora mancano il passaggio definitivo in Consiglio dei ministri e l'ufficializzazione con decreto del presidente della Repubblica. Intanto, dopo aver aspettato molto, Blangiardo esprime "soddisfazione". Il demografo di Arona (provincia di Novara), esperto in flussi migratori e politiche per la famiglia, è pronto a succedere a Giorgio Alleva, che in realtà è già stato sostituito, il suo mandato è scaduto a fine agosto. Ora all'Istat, infatti, siede Maurizio Franzini, docente di politica economica alla Sapienza, chiamato a gestire la 'vacatio'. Per completare la procedura potrebbe essere necessaria ancora qualche altra settimana. Ma intanto è stato superato lo scoglio del consenso all'interno delle commissioni affari costituzionali del Senato e della Camera, dove per passare la nomina ha dovuto raggiungere il quorum dei due terzi.

A Montecitorio e Palazzo Madama determinanti, infatti, sono stati i voti di Forza Italia, che si è unita alla maggioranza. Una mossa che il sindacato della conoscenza, l'Flc Cgil, giudica come un "atto di forza del Governo contro il mondo della ricerca pubblica". La sigla sottolinea il malcontento per una scelta "criticata già nei mesi scorsi da più parti", sia per "l'esposizione politica di Blangiardo al fianco della Lega" che per "la sua esposizione mediatica su alcuni argomenti come lo Ius soli, la legge 194 o il tema dell'immigrazione". Secondo l'Flc si è quindi compiuta "una spartizione fra i due partiti di governo, con il sostegno di Forza Italia e Fratelli d'Italia, ai quali non è chiaro quali contropartite siano state concesse".

Dello stesso parere il deputato del Pd Stefano Ceccanti che aveva avanzato perplessità già la settimana scorsa, quando la votazione sul presidente dell'Istat era slittata a causa di un rinvio che, sosteneva, "umilia le istituzioni parlamentari". Se il nome di Blangiardo era già uscito a luglio, la proposta in Cdm, avanzata dalla ministra della P.a Giulia Bongiorno, era arrivata solo a novembre. La candidatura secca infatti ha lasciato il posto alla presentazione delle manifestazioni di interesse. Dopo di che il professore è stato ascoltato in audizione dalle camere a inizio dicembre.

E' stata questa l'occasione in cui Blangiardo aveva detto la sua sull'immigrazione, su cui "talvolta è mancata dal dibattito una lettura onesta dei dati". Quanto alla legge 194: "non penso assolutamente che si debba abolire", aveva chiarito, "a me piacerebbe che le donne non debbano abortire". In tutto questo domani dall'Istat si attende il verdetto sulla recessione tecnica: dopo un terzo trimestre con segno meno, gli occhi sono tutti puntati sul Pil degli ultimi tre mesi dell'anno.



2. CHI È GIAN CARLO BLANGIARDO, IL NUOVO PRESIDENTE DELL'ISTAT Da www.lettera43.it

Gian Carlo Blangiardo ha superato lo scoglio più difficile per ottenere l'incarico di presidente dell'Istat. Le commissioni Affari costituzionali della Camera e del Senato hanno infatti dato il via libera alla sua nomina. Forza Italia ha sempre votato con la maggioranza di Lega e Cinque Stelle. L'interessato ha espresso «assoluta soddisfazione», ma ha anche dichiarato di voler attendere il «completamento della procedura» per ulteriori commenti». E la sua cautela oltre che corretta dal punto di vista istituzionale è ancor più comprensibile visto che il suo nome era stato citato più volte, senza dare importanza ai regolamenti che prevedono che alla presidenza dell'ufficio di statistica si acceda tramite una selezione trasparente e aperta. In realtà quella di Blangiardo è una nomina politica e la sua vicinanza al leader della Lega, Matteo Salvini, nota. E la scelta di portarlo alla presidenza dell'Istat è stata scelta molto contestata, soprattutto per le posizioni che ha espresso su donne e migranti. Tanto che all'ultima manifestazione nazionale dell'associazione femminista Non una di meno, il corteo si è fermato proprio davanti alla sede dell'istituto di statistica.



Blangiardo, 70 anni da poco compiuti, insegna Demografia all'Università Bicocca di Milano, oltre a essere il responsabile e il curatore del Rapporto sull'immigrazione della Fondazione per le iniziative e gli studi sulla multietnicità (Ismu). Sulle posizioni di Comunione e Liberazione, membro del movimento Scienza e Vita che si oppone alla 194 ma anche alla procreazione medicalmente assistita, Blangiardo è collaboratore del quotidiano dei vescovi Avvenire e con alle spalle diversi interventi pubblicati anche sul Sole24Ore, fa parte anche del Consiglio scientifico del forum delle famiglie della conferenza episcopale ed è nel direttivo del centro studi sulle famiglie dell'università Cattolica.

Con questo pedigree, aveva partecipato nel 2017 a una manifestazione della Lega come relatore. E basta guardare alle sue posizioni su ius soliaborto e famiglia per capire come il nuovo presidente Istat è perfettamente in linea con le nuove politiche dell'ultradestra leghista. SuAvvenire e in quanto demografo, Blangiardo aveva lanciato l'idea di calcolare l'aspettativa di vita di una persona a partire dal concepimento, in modo da contare gli aborti come vite interrotte e includerne l'impatto sulla misurazione della vita media di tutti gli italiani.

Ma, come ha scritto Il Manifesto, aveva anche partecipato alla redazione di un saggio dal titolo molto esplicativo «Immigrazione. La grande farsa umanitaria» - scritto tra gli altri con Giuseppe Valditara, professore dell'università romana dei Legionari di Cristo, scelto a ottobre 2018 come capo dipartimento per la formazione superiore e la ricerca del ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Aveva anche contestato Tito Boeri, reo di aver dichiarato che gli immigrati permettono al bilancio dell'Inps di restare sostenibile.

E contro il provvedimento dello ius soli proposto dal Partito democratico aveva scritto un intervento di suo pugno sul magazine leghista Il Populista. Visto la delicata posizione che hanno le cifre dell'istituto di statistica nazionale - le regole dell'Unione europea chiedono a tutti i Paesi la massima indipendenza di questi enti - la sua nomina era non solo discutibile ma anche in bilico, eppure Forza Italia ha aiutato Lega e M5s ad approvarla.