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 2019  gennaio 31 Giovedì calendario

Il parco in cui sono vietati i cellulari

Lasciate ogni smartphone o voi ch’intrate… Balestrate, seimila anime in provincia di Palermo, sulla costa che s’affaccia sul mare e punta verso Trapani. Qui, il 29 marzo del 2020, verrà inaugurato il primo parco giochi d’Italia in cui saranno vietati telefoni, tablet e tutti quegli aggeggi in grado di collegarsi a internet. Strumenti che se da un lato permettono ai bambini di sviluppare conoscenze impensabili fino a qualche anno fa, dall’altro non fanno altro che alienarli in un mondo virtuale che rifiuta quelle abitudini sane fatte di sport e giochi all’aperto. La struttura sorgerà a due passi dalla scuola “Aldo Moro” e verrà realizzata grazie a un finanziamento da 54mila euro stanziato da Regione Sicilia. In quest’area, dove da tempo erano stati abbandonati giochi e giostrine, il progetto ha cominciato a farsi largo su idea di un gruppo di genitori. Ma come funzionerà l’accesso al parco? All’ingresso verrà montato un armadietto dove chiunque sarà obbligato a lasciare ogni apparecchio elettronico. Niente whatsapp, niente facebook, niente instagram. Non solo: appiccicato all’armadietto ci sarà pure un cronometro che conterà i minuti passati all’interno del parco. Un modo per dar valore al tempo passato insieme senza smanettare sulla tastiera degli smartphone e farsi risucchiare in chat e applicazioni. Una sorta di contatore al contrario rispetto a quelli che invece tengono il tempo delle ore passate col telefonino in mano. E chi trasgredirà le regole? Riceverà una multa simbolica che andrà a “riempire” le casse dell’associazione dei genitori ideatori del parco, che potranno contare anche sulle donazioni private dei visitatori. L’obiettivo, ora, è completare i lavori entro il marzo 2020, quando il Comune di Balestrate festeggerà i 200 anni dalla sua fondazione. «L’idea è far coincidere l’inaugurazione del parco giochi con i festeggiamenti», ha commentato il sindaco Vito Rizzo. Affianco agli alberi ci saranno panchine e gazebo in legno, giostre, scivoli e altalene accessibili a tutti, mentre l’illuminazione sarà alimentata da energia solare. Oltre al finanziamento regionale, sono già stati reperiti 7mila euro dai fondi destinati alla democrazia diretta necessari all’acquisto dei giochi, e in cantiere c’è anche una raccolta soldi dal basso. 

ESPERIMENTO APRIPISTA
L’esperimento palermitano, però, non è il solo a tracciare il solco dei luoghi liberi dagli smartphone. C’è un pediatra, ad Acquaviva delle Fonti (Bari), che ha deciso di impugnare i libri come arma anti-social e mondo virtuale. Si chiama Rocco Saldutti e due volte a settimana, dopo le visite, trasforma il suo ambulatorio in una sorta di grande biblioteca: lui legge e i bambini ascoltano. Con una sola importante avvertenza: tra i corridoi è vietato l’uso di cellulari e tablet. Non solo ai bambini, ma pure ai genitori. Si spazia dai testi per l’infanzia illustrati ai grandi classici come Dante e Shakespeare: e se fino a qualche giorno fa si presentavano solo i pazienti del dottor Saldutti, ora cominciano a spuntare anche i loro amichetti.

DA DANTE A SHAKESPEARE
«L’idea è partita da me, dalla mia passione per i libri e il fatto di fare incontri di lettura non lo vedo del tutto slegato dalla mia professione, magari possono aiutarmi a capire se qualche bambino ha deficit oppure se ci sono problemi di socialità», spiega il pediatra. I canti dell’Inferno sono stati già divorati dai piccoli, che ora si trovano alle prese con il Racconto d’inverno di Shakespeare. I bambini vengono divisi in tre gruppi, a seconda dell’età (3-5 anni, 5-7, 8-13), e possono contare su una biblioteca di circa 400 libri. «I loro bisogni oggi sono diversi: c’è molto disagio psicofisico nei bambini, e sviluppare il loro spirito critico è fondamentale non solo per il successo scolastico, ma anche per la costruzione del futuro», chiude Saldutti. Se l’idea del parco giochi smartphone free di Palermo deve essere ancora pienamente realizzata, quella del poliambulatorio biblioteca dove i cellulari sono banditi funziona a gonfie vele. È vero, telefonini e social non vanno demonizzati, ma non può nemmeno essere tralasciata la funzione educativa di un’ora all’aria aperta a parlare e giocare con gli amici o un’ora con le orecchie tese ad ascoltare un adulto che legge un libro. A volte, oltre al wi-fi, è bene che i bimbi si connettano col mondo reale.