La Stampa, 31 gennaio 2019
Il metodo di Saddam copiato da Ceausescu
Un noto persecutore di cani randagi fu l’ex dittatore iracheno Saddam Hussein, sotto il cui regime il problema veniva risolto assoldando sicari con licenza di uccidere. Sembra che nella Romania di Ceauşescu, dove pure l’esecuzione scientifica dei randagi era una prassi consolidata da secoli, ci si ispirasse a Baghdad per il metodo e l’efficacia. Dopo la guerra del 2003 il numero dei vagabondi a quattro zampe, affamati e aggressivi, aumentò a dismisura fino a sfiorare la cifra di un milione e mezzo nella sola capitale irachena. Nel 2008, alla 13a vittima di attacchi mortali e al moltiplicarsi dei disagi nella circolazione dei mezzi pubblici, le autorità decisero la tolleranza zero e disseminarono per la città squadre composte da un cecchino, due militari e un poliziotto con il compito di sparare e distribuire polpette avvelenate. Allora, in pochi mesi, furono abbattuti almeno 42 mila randagi.