Intanto, però, il tribunale dei ministri di Catania ha chiesto l’autorizzazione a procedere proprio contro Salvini. Forza Italia voterà l’autorizzazione?
«Sono contrario da sempre all’uso politico della giustizia verso chicchessia. Lo sono naturalmente anche in questa occasione».
Ma in discussione c’è anche la politica sui migranti. Se lei fosse in maggioranza accetterebbe la linea seguita in questi mesi?
«Fa bene Salvini a fermare un traffico vergognoso di esseri umani. Eviterei però di creare casi umanitari con inutili sofferenze. Il nostro governo ottenne gli stessi risultati senza gesti così controversi. Attraverso gli accordi con la Libia, con gli altri Paesi costieri e con i Paesi di origine. Nel 2010 arrivarono in tutto in Italia 4.400 migranti, esattamente quanti ne arrivarono in un solo fine settimana estivo nel 2016 con la sinistra al governo».
E se i grillini dicessero sì all’autorizzazione? Lei prevederebbe una crisi?
«Non credo che Salvini potrebbe restare al governo con chi non appoggiasse la sua azione, condivisa - almeno a parole - anche dal Presidente del Consiglio e dai ministri grillini. Sono però curioso di vedere se i parlamentari Cinque Stelle saranno disposti a rinnegare quello che hanno sempre affermato sulla necessità di concedere "sempre" le autorizzazioni a procedere».
Quel "sempre" lo motivavano pure con le leggi ad personam dei suoi governi. Per questo hanno cambiato la legge sulla prescrizione.
«Questo conferma l’analfabetismo giuridico di questa maggioranza e il grave pericolo per la libertà di tutti gli italiani insito nella loro politica ferocemente giustizialista. Senza la prescrizione un cittadino può restare sotto processo a vita».
Lei dice che il M5S è il vero pericolo per il Paese, intanto la Lega ha fatto il Governo con loro. O il centro-destra non c’è più o Salvini deve farlo cadere.
«Non ho posto ultimatum, ma un fermo invito a porre fine a una formula di governo innaturale assolutamente negativa per gli italiani. Il centro-destra peraltro governa bene in molte regioni importanti e in centinaia di comuni e vincerà, unito, le elezioni regionali e amministrative nei prossimi mesi».
Per questo molti, anche dentro la Lega, sostengono che dopo le europee si aprirà la crisi di governo? Si torna al voto?
«Siamo pronti. Ma molti affermano che nel Parlamento, dopo la caduta di questo governo, emergerà una maggioranza diversa da quella attuale, in grado di sostenere un governo del centro-destra senza passare da nuove elezioni. Vedremo».
Lei cioè pensa che alcuni grillini in rotta con Di Maio e un pezzo del centrosinistra, magari i renziani, sostengano con Forza Italia un esecutivo guidato da Salvini?
«Mi risulta che molti parlamentari - anche fra i Cinque Stelle - si rendano conto che le politiche del governo ci stanno portando verso una nuova grave crisi e che sentano il dovere di fronte ai loro elettori e al Paese di fare qualcosa per cambiare questa situazione. Quanto al Pd, soffre delle sue molte divisioni. Non vedo le condizioni con loro».
Sarebbe anche il laboratorio per un nuovo partito di centro? Alcuni esponenti del suo partito non nascondono questa idea.
«Un partito di centro c’è già e si chiama Forza Italia. Non vedo le condizioni per crearne un altro e non mi risulta che nessuno dei nostri parlamentari lo persegua».
Dopo 25 anni lei si ricandida. Ma nessuno le ha detto "chi te lo fa fare"?
«Me lo hanno detto in tanti, esattamente come 25 anni fa. Ma io ho scritto nel cuore quello che mi disse mia madre allora: "Io sono contraria, ma se tu senti forte dentro di te il dovere di farlo, allora non saresti il figlio che tuo padre ed io abbiamo creduto di educare se non ti trovassi anche il coraggio di farlo". I rischi che corre oggi l’Italia, a causa dell’insipienza, dell’incompetenza, dell’ignoranza dei grillini, sono ancora più gravi di quello "comunista" del ‘94. Perché oltre ad essere, lo dichiarano loro, comunisti "da strada" e non "da salotto" come dicono siano quelli del Pd, sono ispirati nelle loro decisioni da una estrema invidia sociale. Sono un grave pericolo».
È però strano che un partito che ha determinato la vita politica degli ultimi 25 anni non sia stato in grado di effettuare un ricambio generazionale.
«La realtà è esattamente il contrario: Forza Italia si è rinnovata continuamente. Sa quanti parlamentari del 1994 sono rimasti fino ad oggi? Tre su centosettanta. Anche rispetto alla scorsa legislatura, abbiamo cambiato i gruppi parlamentari del 70%. I massimi dirigenti di Forza Italia sono tutte persone giovani che vengono dalla società civile e relativamente nuove alla politica».
Sarà anche così ma se il M5S ha preso il 32% non sarà pure colpa sua?
«L’M5S ha cominciato a raccogliere significativi consensi proprio quando il nostro ultimo governo, nel 2011 è stato fatto cadere da una manovra pervicacemente portata avanti da alte istituzioni italiane con il sostegno di ambienti politici e finanziari esteri. Per quanto riguarda le ultime elezioni, molti italiani si sentivano traditi dalla politica, dai governi di sinistra non eletti e dal loro operato. Così una parte ha scelto di non andare a votare, un’altra ha espresso un voto di protesta indirizzandosi verso una forza nuova e quindi non conosciuta come i 5 Stelle e anche verso la nuova Lega di Salvini».
È un caso anche che il primo partito del centrodestra sia la Lega?
«Forza Italia ha condotto la campagna elettorale dello scorso anno con le mani legate. Non mi sono potuto candidare per colpa di una sentenza politica assolutamente infondata. Io sono ugualmente stato in campo per la campagna elettorale ma più come promotore del centro-destra che di Forza Italia. E il centro-destra infatti ha ottenuto la vittoria relativa».
Resta il fatto che molti dirigenti e parlamentari di Forza Italia già pensano a un partito unico guidato da Salvini.
«Non mi risulta davvero. Io non ne conosco nessuno».
Tornando al governo. Di Maio parla di nuovo di boom economico. Lei lo vede?
«Provocare gli italiani con queste affermazioni, mentre il Paese sta affondando, è offensivo. Gliene chiederanno conto. Io vedo purtroppo, come molti colleghi imprenditori, il rischio di una recessione. Qualcuno, al governo, non ha il senso del ridicolo».
Come Putin anche lei difende Maduro?
«Al contrario. Io mi auguro che Maduro si faccia da parte al più presto e che ai venezuelani sia consentito di scegliere liberamente e legittimamente un nuovo presidente. Quello di Maduro è un regime illiberale e pauperista di sinistra, con molte inquietanti somiglianze a ciò che i Cinque Stelle vorrebbero realizzare in Italia. Forse per questo il governo italiano contribuisce con le sue posizioni contraddittorie ai dubbi dell’Unione Europea sul dramma venezuelano».