La Stampa, 30 gennaio 2019
Intervista sentimentale a Giuliano Sangiorgi
Mesi vissuti senza fiato, convivenza di inarrestabili emozioni: un amico, il chitarrista Lele Spedicato, tornato dal buio, dopo un’emorragia celebrale che l’aveva messo in pericolo di vita. E una figlia, Stella, venuta alla luce a inizio novembre, che gli ha rivoluzionato i giorni, i sonni e i sogni.
Giuliano Sangiorgi. Cos’è per lei l’amore oggi?
«Saprei dire cos’è l’amore, dicendo cosa non è l’amore: non è affanno. Non devo affannarmi per dimostrare l’amore a un’altra persona. E poi credo che sia il rispetto dell’altro nella sua solitudine, nei suoi segreti».
Quante volte si è innamorato?
«Qui devo stare attento a rispondere (e ride). Innamorato forse due, una da ragazzino, una un po’ più in là nel tempo, ed è quell’innamoramento che mi ha portato a essere certo di volere una figlia».
Come si accorge di essere innamorato?
«Da un paradosso: divento gelosissimo. Invece, quando arrivo ad amare, non sono più geloso. La gelosia nella prima fase, se controllata, è anche bella da vivere e gestire. Quando subentra l’amore, sparisce. Si sostituisce la sicurezza della persona amata, e di conseguenza la fiducia».
Si può amare per tutta la vita?
«Si può amare per una vita, essere innamorati no, è una follia. L’innamoramento ti deve bruciare il cuore, le mani, tutto. Devi prendere fuoco. Quando le fiamme si riposano, quello è diventato amore, riesci a volere bene, con distacco. Potrei amare una persona anche in lontananza. Le persone che amo sono quelle che non mi fanno sentire la distanza. Forse, una definizione di amore è anche quando qualcuno non ti manca. Lo capisco ora che mio padre non è più qui: non mi manca più, perché io sono diventato mio padre».
Ci racconti il primo bacio.
«È stato in qualche stradina del mio paese, a Copertino, me lo ricordo, avevo 14 anni (sorride). Tutti i baci sono importanti, anche quelli dati senza amore. In Attenta ho scritto di quanto un bacio sia rivoluzionario e sovversivo nelle vite di tutti. È un contatto leggerissimo di due lembi di pelle e succede un incantesimo. È un portale verso altri tempi, altri pensieri, riesce a farti raggiungere posti mai raggiunti prima».
Le chat e il web hanno distrutto l’amore?
«Come dicevo, se ami una persona, questa può arrivare a non mancarti perché la senti tua. Così, può succedere che il sesso via chat abbia un significato forte per i ragazzi che lo praticano. È un nuovo modo di amarsi fisicamente senza sfiorarsi, incatenato al tempo che viviamo. I ragazzi coi social stanno anche allargando il concetto di amore. E poi oggi ci sono Facebook e Instagram, un tempo c’erano le fotografie dell’amata (o dell’amato), e ognuno ci faceva su i pensieri che voleva. L’amore, l’erotismo hanno sempre avuto bisogno di un’immagine».
Credi nel matrimonio?
«Credo nelle poesie di Luigi Tenco, che cantava: ti sposerò un giorno, e ti darò quello che oggi ti do soltanto per amore. Non c’è nient’altro al di fuori di questa cosa. Ci sono tanti motivi per sposarsi, ma le nozze non necessariamente servono. Io e Ilaria siamo sicuri che ci ameremo per tutto il tempo che nostra figlia avrà bisogno di noi, e ci saremo. Magari mi sposerò perché avrò voglia di fare una festa».
I figli uniscono o dividono?
«I nove mesi di attesa uniscono tantissimo. Ho cantato per anni di quanto io e la mia generazione amiamo stare in bilico, prima di raggiungere la felicità. Ora ho una bambina, che porta con sé grandissime responsabilità, lì vedremo se saremo più uniti. Ilaria ha vissuto la gravidanza spesso da sola, io mi sono sentito leggerissimo grazie al suo sorriso. Era felice con questa pancia enorme. Credo che se restasse incinto un uomo, si fermerebbe il mondo».
Si fa ancora l’amore tra coppie consolidate?
«Se ami, il sesso è importantissimo. Forse convivendo, la fisicità si dirada. Però è come se facessi l’amore sempre, questo è incredibile».
Ci sono regole nella convivenza?
«Convivere per me significa avere regole tacite. È quando si riesce a stare sotto lo stesso tetto senza l’affanno di far sentire all’altro la presenza».
La scelta più folle che ha fatto per amore.
«Finito un concerto, ho preso un volo last minute e sono andato a trovare la persona amata. Sono tornato l’indomani, per la seconda data».
Quando finisce un amore?
«Te ne accorgi perché non hai più bisogno del pensiero dell’amato o della amata addosso a te. Non è colpa di chissà chi. Ho scritto brani come Ottobre rosso. Quella canzone mi ha liberato da un mal d’amore mai provato prima. “Respira respira che l’aria è più fina”, avevo attacchi di panico, era tutto nella mia testa. Appena ho scritto il testo, di notte, tutta la parte oscura è volata via».
I nonni erano più bravi di noi a far funzionare le coppie?
«Mia nonna direbbe di sì, che erano più bravi e pazienti. Io credo che possa succedere che due persone si lascino, è anche un modo per liberare i figli dello stare insieme senza amarsi. Un bimbo ha i pori aperti, sente se non c’è amore. Avrei voluto che le nostre nonne si fossero liberate di tante sofferenze sopportate in silenzio. In nome della famiglia esiste solo un prezzo da pagare, l’amore, tutto il resto bisogna metterlo fuori dal recinto».