Libero, 30 gennaio 2019
Riecco Corrado Passera
La terza vita di Corrado Passera è molto simile alla prima ma assai distante dalla seconda. Torna a occuparsi di banche e di imprese come aveva fatto fino al 2011. A novembre aveva lasciato la poltrona più prestigiosa del credito in Italia: amministratore delegato di Banca Intesa. Aveva ceduto alle lusinghe di Mario Monti. Era diventato ministro dello Sviluppo Economico ma la convivenza con il presidente del Consiglio non aveva camminato sul velluto. Ragione in più per non partecipare all’avventura di «Scelta civica». Aveva preferito correre da solo come sindaco di Milano. Si era ritirato prima che la gara iniziasse e subito dopo aveva appeso al chiodo le scarpette della politica. Ora ricomincia da una banca che ha chiamato Illimity. Un nome per capire le ambizioni. È il nuovo nome di Banca Interprovinciale, una manciata di sportelli fra Modena e Reggio Emilia. Passera l’ha comprata per la licenza bancaria e ha messo dentro gran parte delle risorse raccolte l’anno scorso con la sua Spac.
PRODOTTO INNOVATIVO
Si tratta dell’ultimo ritrovato della Borsa di Milano. Viene quotata una scatola che solo in un secondo tempo sarà fusa con una azienda esistente. Vuol dire che, nella fase iniziale, al momento della quotazione della Spac, il mercato scommette solo sulla credibilità e sull’affidabilità del proponente. Passera ha potuto così misurare che la sua firma, a Piazza Affari vale almeno 600 milioni. Tanto infatti ha raccolto la sua Spac superando tutte le precedenti operazioni. Già così è andata oltre tutte le ambizioni considerando che, inizialmente l’incasso previsto era di 400 milioni. Se non avesse messo un freno Passera avrebbe portato a casa 760 milioni, a tanto ammontavano le richieste. Un’apertura di credito che certamente lo ha ripagato di tante amarezze precedenti. Gli insuccessi della politica e la diffidenza con cui il mondo della grande finanza aveva accolto il progetto di rilancio di Mps. Il suo piano era alternativo a quello di Jp Morgan e forse meno penalizzante per gli azionisti di minoranza. Il consiglio d’amministrazione della banca senese non l’aveva nemmeno preso in considerazione preferendo quello degli americani fortemente sponsorizzato dal governo Renzi. Sappiamo poi com’è finita. Passera, però, aveva capito che se voleva tornare nel giro dove prendere un’altra strada. Così nasce Banca Illimity: pochi sportelli e ancor meno personale. Molto internet e tanti cervelli. Pochi prestiti e molte combinazioni d’affari cominciando da quello che Passera sa fare meglio: curare le situazioni difficili. L’aveva fatto in Mondadori ai tempi della Guerra di Segrate per conto dell’Ingegnere. Poi in Olivetti inventandosi Omintel e alle Poste con il Banco Posta. Banca Intesa che faticava a digerire la Comit. Ora le nuove sfide che si chiamano Carige e Condotte. Nomi con molto passato e poco futuro. La banca ha ancora 3,5 miliardi di sofferenze che devono essere smaltite. Banca Illimity si è candidata a gestire una parte di questa immensa discarica.
CREDITO E MATTONI
Più complicata la partita su Condotte finita in amministrazione controllata per via di un debito di 830 milioni. I commissari (scelti per sorteggio secondo le nuove procedure volute da Di Maio) stanno trattando un prestito ponte con le banche da 190 milioni. Gli istituti maggiormente coinvolti sono Unicredit, Intesa e Banco Bpm che ovviamente puntano i piedi. Un po’ perchè cercano nuove garanzie e un po’ perchè il settore delle costruzioni in Italia in questo momento non attraversa giorni felici. Il prestito serve per finire i cantieri e salvare mille dipendenti. Su questo snodo si è inserito Passera che ieri mattina ha comunicato di essere in contatto con i commissari di Condotte. Si muove insieme ai fondi Oxy Capital e Haighbridge Capital. Il “pool” dovrebbe garantire le risorse necessarie ad andare avanti e, nel frattempo andrebbe alla ricerca di un socio industriale cui far gestire l’attività. Condotte verrebbe spezzata in due: da una parte i cantieri e i dipendenti. Dall’altra i debiti con le banche. Una discarica del cui smaltimento si occuperebbe Passera con i fondi. Una combinazione d’affari, ma anche un modo per riallacciare antichi rapporti. Soprattutto con Banca Intesa, il vecchio amore.